Tu sei qui: Economia e TurismoCavese-Messina a porte chiuse
Inserito da (admin), mercoledì 14 novembre 2012 00:00:00
Era temuta, quasi attesa, e puntualmente è arrivata la stangata del giudice sportivo nei confronti della Pro Cavese dopo gli incidenti di domenica scorsa a Licata. Una gara da disputarsi a porte chiuse ed una multa di 1.500 euro per la società metelliana, mentre il Licata è stato punito “solo” con un’ammenda di 800 euro.
La partita con il Messina, in programma domenica 18 novembre al “Simonetta Lamberti”, si disputerà dunque senza pubblico. Un brutto colpo sia per la squadra di mister Pietropinto, che sarà priva del sostegno dei propri tifosi in una gara molto impegnativa, che per la società del Presidente Di Marino, che dovrà rinunciare a quello che con tutta probabilità sarebbe stato un cospicuo incasso.
La Redazione
I fattacci di Licata nel racconto di Tony biancoblu
Dopo gli incresciosi incidenti di Licata avvenuti durante e, soprattutto, al termine dell’incontro di calcio Licata-Pro Cavese, incontriamo Antonio Apicella, conosciuto come Tony biancoblu, ed Andrea Siani, che, avendo seguito la squadra in terra siciliana, hanno vissuto in prima persona la giornata che da sportiva si è trasformata in cronaca nera.
Tony, raccontaci come è andata.
Mancavano, credo, circa 5 minuti alla fine della partita e la Cavese aveva raggiunto il meritato pareggio. Fino a quel momento stavamo vivendo una bella domenica di sport fatta di tifo ed incoraggiamento ed io mi trovavo insieme agli altri tifosi, circa un’ottantina, nella gradinata di fronte alla tribuna centrale. La palla era appena finita nel nostro settore e si doveva riprendere con una rimessa laterale. Lo steward presente nel campo prendeva un altro pallone e lo posizionava sulla lunetta del calcio d’angolo, cercando di confondere l’arbitro. Alla reazione fatta di fischi dei nostri tifosi, lo steward, forse nervoso per l’inaspettata rimonta della Cavese, rispondeva ai tifosi con sputi e gestacci e successivamente entrava in una porticina, dalla quale se ne usciva con un birillo, che poi lanciava verso i nostri tifosi. Il tutto avveniva sotto gli occhi di soli tre Carabinieri, che impauriti non provavano nemmeno ad intervenire. A quel punto c’è stato un nutrito lancio di oggetti verso il nostro settore da parte dei tifosi di casa che erano nel settore al fianco del nostro. È stata riportata a fatica la calma, perché il servizio d’ordine era chiaramente insufficiente.
Finita la partita, io sono stato accompagnato dai tifosi sul campo, dove insieme ad altre quattro persone aspettavamo l’ok per andare a prendere il pulmino per tornare a casa. Qui, secondo me, è stato fatto l’errore più grande, perché hanno fatto uscire prima i tifosi del Licata, i quali hanno avuto il tempo di rompere i nostri automezzi e di organizzarsi per tendere agguati ai nostri tifosi, che sono usciti in un secondo momento. Infatti, all’uscita dello stadio, e questo me lo hanno raccontato, perché io sono rimasto un’altra ora e mezza nello stadio, i nostri tifosi sono stati bersagliati dal lancio di pietre ed oggetti vari, cercando inutilmente di difendersi, non esistendo un adeguato servizio d’ordine, prima di riuscire a salire sui mezzi danneggiati per tornarsene a casa. Come ho già detto, dopo circa un’ora e mezza siamo usciti anche noi e siamo saliti sul pulmino, facendo circa due ore di viaggio con tutti i vetri danneggiati. Spero solo che ora il giudice sportivo non prenda decisioni assurde che penalizzino la Cavese, perché davvero siamo stati noi danneggiati ed abbiamo subito senza poterci difendere, perché, ripeto, il servizio d’ordine era veramente ridicolo. Mi auguro, infine, che giornate negative come queste non si ripetano più e servano a cementare quell’unione dei vari gruppi ultrà per essere davvero un’unica cosa nel tifare sempre forza Cavese.
Angelo Canora
Fonte: Il Portico
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