Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, pericolo euforia
Inserito da (admin), giovedì 4 novembre 2004 00:00:00
Tra gli artefici del "miracolo Cavese" di quest'anno sicuramente c'è Salvatore Campilongo. L'allenatore voluto a Cava da Ottavio Cutillo, dopo la sua prima brillante esperienza da tecnico ad Ariano Irpino lo scorso anno, non sta tradendo la fiducia del suo presidente. La piazza è entusiasta, la squadra lo segue, il suo amico e collega, Roberto Pidone, lo affianca con assiduità. Insomma, ogni tassello è al posto giusto per sperare che l'avventura duri il più a lungo possibile in positivo per i colori biancoblù. Il ragazzone cresciuto nel quartiere napoletano di Fuorigrotta, proprio vicino al "San Paolo", ha prima spiccato il volo come attaccante, poi ha intrapreso altrettanto brillantemente la professione di allenatore. Ha le idee chiare, Sasà Campilongo: «Sono al momento molto soddisfatto ed anche un po' sorpreso in positivo per come sta andando questa prima esperienza professionistica. Debbo ringraziare il presidente Cutillo per avermi dato questa opportunità. Ma soprattutto devo dire grazie ai ragazzi che mi sono stati messi a disposizione. Sono encomiabili per l'impegno che profondono e per la scrupolosa risposta alle mie sollecitazioni. Un team che ha subito ingranato la marcia giusta». Ma ora il difficile è gestire questo gran momento. L'ebbrezza d'alta classifica e l'euforia delle battaglie vinte finora potrebbero far andare fuori di testa tutto l'ambiente. «Il rischio c'è e dobbiamo essere pronti a prevenirlo. In questo - tranquillizza Campilongo - sono aiutato dagli uomini più esperti che abbiamo. Parlo dei vari Mancinelli, Tatomir, Scichilone. Ognuno, nei tre reparti del campo, funge da punto di riferimento per i più giovani ed a turno, a seconda delle situazioni di una partita, si trasforma in faro per gli altri». Domenica al "Lamberti" la seconda partita a porte chiuse contro il Rende, per la nota punizione dopo i fatti di Taranto. Per la Cavese, che questo pomeriggio contro la Boys Caivanese nello stadio amico farà le prove generali, ancora una volta la necessità di fare a meno dell'incitamento del pubblico di casa. «Bisognerà trovare al proprio interno - commenta Campilongo - quella carica fondamentale per aggredire gli avversari ed avere la meglio. La nostra arma migliore finora è stata proprio la compattezza della squadra e la capacità di fare gruppo, nei momenti belli ed esaltanti ed in quelli più brutti e difficili. Anche perché è facile esaltarsi per cose belle, mentre è molto più difficile risollevarsi quando si cade nella polvere. Al momento, sul piatto della bilancia di questa stagione, sono molto poche le occasioni in cui abbiamo sofferto, dunque dobbiamo prepararci, per la teoria dei grandi numeri, ad affrontarne qualcuna in futuro. E sarà proprio lì, in quei momenti difficili che potremo incontrare sul nostro cammino, che dovremo stringere i denti e dimostrare di essere davvero maturi e pronti a qualsiasi traguardo».
Fonte: Il Portico
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