Tu sei qui: Economia e TurismoImposta di soggiorno, no delle imprese della Penisola Sorrentina all’aumento: “Il turismo non è un bancomat”
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 17 ottobre 2025 08:08:58
"Le imprese e i cittadini sono in attesa di una riduzione della pressione fiscale, come è stato più volte promesso, ma le avvisaglie sul contenuto della legge di bilancio sembrano andare in direzione completamente opposta."
Con queste parole, Confindustria Alberghi, Assohotel, Faita e Federalberghi commentano il comunicato del Consiglio dei Ministri che preannuncia la proroga per il 2026 delle misure incrementali sull'imposta di soggiorno.
"Rinnovare l'incremento di 2 euro, che avrebbe dovuto riguardare solo l'anno giubilare, equivale a un aumento dell'imposta compreso tra il 20% (da 10 euro a 12) e il 40% (da 5 a 7). Ancor più sconcertanti sono le indiscrezioni relative alle località interessate dalle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, per le quali viene preannunciato un aumento del 140% (da 5 euro a 12). Sono valori stellari, che si commentano da soli. Uno svarione che confidiamo venga corretto già in questa fase, intervenendo sulle bozze della manovra."
Le organizzazioni maggiormente rappresentative delle imprese turistico-ricettive chiedono con forza al Governo di non inasprire ulteriormente la pressione fiscale e ribadiscono la necessità di assicurare che una parte del gettito venga effettivamente destinata alla riqualificazione delle imprese turistiche, come previsto dalla normativa vigente, che purtroppo viene spesso disapplicata dai Comuni. Inoltre, sollecitano un'azione per contenere gli oneri amministrativi ed economici che gravano sulle strutture alberghiere, spesso chiamate a farsi carico della riscossione dell'imposta per conto delle amministrazioni locali.
Su questo tema è intervenuto anche Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Campania e Penisola Sorrentina, che ha espresso "forte preoccupazione per l'ennesimo segnale di disattenzione" verso un comparto che rappresenta una delle colonne portanti dell'economia nazionale: "L'aumento dell'imposta di soggiorno rappresenta un segnale profondamente negativo per le imprese turistiche, già gravate da costi crescenti e da un contesto economico complesso. Invece di alleggerire la pressione fiscale, si rischia di penalizzare ulteriormente un settore strategico per l'economia nazionale. Chiediamo al Governo un immediato ripensamento e un confronto concreto con le categorie per salvaguardare competitività e occupazione. Attingere ulteriori risorse dal turismo significa colpire uno dei pochi comparti che continua a trainare il PIL italiano. È inaccettabile che il nostro settore debba farsi carico delle carenze di altri ambiti, a discapito di un'offerta che resta attrattiva solo grazie all'impegno e alla professionalità degli imprenditori. Tassare ulteriormente il soggiorno dei visitatori stranieri rischia di compromettere la reputazione e la competitività dell'Italia nel mercato internazionale."
Costanzo Iaccarino ha poi aggiunto che "un'ulteriore tassa sul turismo in un momento di instabilità economica, tra rincari energetici e aumento dei costi di gestione, rischia di compromettere la tenuta delle imprese e dell'occupazione stagionale, pilastri fondamentali per territori come la Campania e la Penisola Sorrentina", dove l'accoglienza rappresenta una componente identitaria e una risorsa vitale per migliaia di famiglie. "Non possiamo accettare - ha concluso - che il turismo venga visto come un bancomat dal quale attingere ogni volta che servono fondi. È un settore che genera valore, che produce ricchezza, che dà lavoro e visibilità all'Italia nel mondo. Va sostenuto e valorizzato, non penalizzato con misure miopi che rischiano di allontanare i visitatori e indebolire la nostra competitività internazionale."
Un appello forte e condiviso da tutte le associazioni di categoria, che chiedono al Governo una correzione di rotta immediata e politiche fiscali più equilibrate, capaci di sostenere la ripresa del turismo anziché ostacolarla.
(Foto: Leopoldo De Luise)
Fonte: Il Vescovado
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