Tu sei qui: Economia e Turismo«La Cavese lotterà fino alla fine»
Inserito da (admin), martedì 1 marzo 2011 00:00:00
Toccategli tutto, ma non l’etica comportamentale. Francesco Maglione esce allo scoperto il giorno dopo la disfatta contro il Pisa. «Il mio più grande errore è aver comunicato poco». Tutela il presidente Spatola: «Lui assicura ed assicurerà continuità a livello professionistico: ha salvato la società dal dilettantismo puro». Revoca il silenzio stampa partorito dopo la gara sull’onda di un’emotività travolta, si piazza come un parafulmine a protezione della squadra, del tecnico, dell’intera struttura manageriale: «Sono io il responsabile unico di tutte le scelte e se retrocederemo ci metterò la faccia, assumendomi ogni tipo di responsabilità».
Ma la contestazione ricevuta ha lasciato una ferita profonda nel suo orgoglio per i contenuti, non per la forma: «Le critiche ci stanno e chi opera nel calcio da tanti anni deve saperle accettare, soprattutto se la situazione è drammatica come nel nostro caso. Ma c’è un limite a tutto: sentir dire che vendo le partite, che speculo sui contratti dei calciatori, che condiziono le scelte degli allenatori mi ha profondamente offeso. A quei signori dico di star tranquilli: resterò al fianco della squadra fino al termine del mio mandato, poi mi farò da parte. Ma rivendico allo stesso tempo la correttezza del mio operato: il parco calciatori ereditato dalla passata stagione s’è decurtato in blocco l’ingaggio e quasi tutti i nuovi hanno firmato contratti a minimo federale. D’Amico, per capirci meglio, ha rinunciato a 45mila euro per tornare ad indossare questa maglia. Sono pronto a render pubblica la documentazione se sarà necessario, perché l’accusa di speculatore proprio non mi va giù. Sarò pure incapace dal punto di vista gestionale, ma ladro e disonesto no».
Che siano stati 10 o 100 a muovere accuse così forti poco importa. Maglione avverte l’esigenza di far chiarezza e soprattutto sente il bisogno di tutelare Spatola: «Lui ha seguito le mie indicazioni e lo ritengo un benefattore. Ha fatto sforzi enormi, senza i quali la Cavese non sarebbe più esistita e grazie alla sua opera la continuità è assicurata. Tanto per intendersi - aggiunge il dg - anche in caso di retrocessione la società attuale avrebbe la forza per chiedere il ripescaggio e le energie per andare avanti».
Maglione ha parole di conforto anche per l’organico: «Molti lo ritengono scarso ed inconsistente sul piano tecnico, ma io ho un altro tipo di considerazione. Questa squadra ha buone qualità, ma si è ritrovata a combattere contro una penalizzazione enorme, dipendente non dalla gestione attuale. Ed il blocco psicologico ha fatto il resto, per non considerare gli episodi: nelle ultime due partite siamo stati sconfitti a 2 minuti dalla fine. In ogni caso - continua Maglione - parlerò alla squadra alla ripresa degli allenamenti e dirò poche, pochissime parole: chiederò di non arrendersi, perché anche se si retrocede bisogna farlo con orgoglio, onore e dignità. Tutti ormai considerano la Cavese spacciata, come un toro dilaniato in una corrida. Ma, ricordate, un torno prima di morire ha sempre uno scatto improvviso e scatena una furia enorme». Toccategli tutto, ma non l’orgoglio.
Filippo Zenna
Fonte: Il Portico
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