Tu sei qui: Economia e TurismoMancinelli, la sicurezza di Campilongo
Inserito da (admin), martedì 13 settembre 2005 00:00:00
Roberto Mancinelli, portiere 29enne. Uno dei pochi riconfermati dalla società nel repulisti generale della nuova stagione. Nato ad Albano Laziale e cresciuto calcisticamente nelle giovanili della Lazio prima di esordire a 20 anni nel calcio professionistico, ha consumato in Abruzzo tutta la sua carriera prima di approdare alla corte di Campilongo. 3 anni a Teramo in C2, poi a Castel di Sangro un altro triennio, ma in C1, infine ancora Teramo, sempre in terza serie. Una carriera fatta di tanto sacrificio e tantissima esperienza. Che ora sfrutta al meglio nella sua piena maturità. E' proprio alla sua età, infatti, che un portiere vive il suo momento migliore, sul piano fisico e mentale. E Roberto non fa eccezione alla regola. Anzi. Eroe di mille parate decisive la scorsa stagione, ha ripreso quest'anno con lo stesso piglio e la stessa determinazione. «Sono al momento in una condizione più che accettabile. E sono anche abbastanza tranquillo mentalmente per aspirare ad una stagione di vertice. La squadra sta crescendo. Con pazienza, passo dopo passo, stiamo migliorando i meccanismi interni e gli automatismi. Certo, qualche sbavatura c'è ancora, ma è naturale dopo tanti cambi apportati alla squadra dello scorso anno». Si sa, per un portiere è importante, forse più di altri compagni di squadra, allenarsi negli stessi spazi nei quali poi si consumano le sfide domenicali. Quando fastidio dà la lontananza dal "Lamberti" a cui è costretta la squadra? «Sarebbe facile dare la colpa a questo o a quel motivo quando le cose non vanno come vorremmo. Ma noi scusanti non ne cerchiamo. Non abbiamo vinto le due partite casalinghe di apertura stagionale perché siamo ancora alla ricerca di equilibri giusti tra i vari reparti. Quando questi equilibri saranno trovati, non ce ne sarà per nessuno». Domenica, contro la Reggiana, tre interventi del portierone di Albano Laziale hanno fatto gridare al miracolo ed hanno permesso alla Cavese di non capitolare. Tutto merito suo. Prova a rileggere quei gesti tecnici che hanno negato al duo Carlet-Nordi, attaccanti emiliani, di punire oltre i suoi demeriti la formazione aquilotta: «Ho solo utilizzato le armi che in settimana, con duri sacrifici e tantissimo allenamento, affilo: l'istinto e la reattività. Grazie al mio preparatore Cotugno, che ci segue dalla scorsa stagione, è diventato tutto molto naturale e non ne sentiamo la fatica. Anzi, ci si diverte. E questo ci aiuta a superare i momenti difficili che si possono incontrare in un lungo campionato. Su Nordi ho chiuso gli occhi, ho aspettato fino all'ultimo minuto prima di cadere a terra ed ho avuto fortuna. Su Carlet, invece, ho fintato il tuffo e lui c'è cascato, abboccando al tranello». Ha guadagnato applausi scroscianti dai suoi supporters. Al pari di Tatomir, Mari e Tony D'Amico, ormai Mancinelli è entrato nel cuore di tutti gli sportivi metelliani.
Fonte: Il Portico
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