Ieri, a Mugnano del Cardinale, la Cavese ha ripreso gli allenamenti. Per il gruppo l'occasione per rileggere mentalmente il film della gara di domenica scorsa di Montevarchi. E per fare il mea culpa per qualche azione di troppo sprecata per trovare il gol-vittoria. Intanto, un'altra domenica di pochissimo lavoro per il portiere biancoblù Roberto Mancinelli. 10 gol appena sul groppone è un bel record, i cui meriti lui ama dividerli con tutti i compagni.

«Sono convinto che se non è tutto l'organico che gira al meglio, hai voglia di impegnarti e fare i miracoli. Perciò dico che il merito di questo piccolo record è di ciascuno di noi, in grado di interpretare la domenica nel modo migliore il credo calcistico del nostro allenatore». Un tecnico votato al 4-3-3 come unico schema capace di soddisfarlo. Anche quando ha avuto emergenze di formazione, caso registrato lo scorso campionato in più di un'occasione, non ha saputo fare a meno di questa predisposizione offensiva della squadra. «Anche per questo atteggiamento offensivo - continua Mancinelli - sarebbe stato più difficile mantenere così basso il numero di gol incassati. Invece, nella Cavese si è trovata in queste due stagioni la quadratura del cerchio. Filtro a centrocampo e difesa di ferro fanno la differenza. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

Il portiere di Albano Laziale è tra quelli meno superati di tutta la serie C. Solo il Genoa nel girone A della C1, con 8 reti, ed il Gallipoli in C2/gir C, con 9, hanno fatto meglio. Roberto si è anche quest'anno confermato quel mostro sacro che si rivelò già lo scorso anno, con una stagione esaltante vissuta sempre sulla cresta dell'onda. Lo scorso 29 gennaio ha spento le sue prime 30 candeline, festeggiando negli spogliatoi del "Lamberti" anche la vittoria sul Castel San Pietro. Scaramanticamente, non aveva voluto ricevere gli auguri se non al fischio finale della gara. «Non sono un fanatico della superstizione, ma un pizzico di attenzione a queste cose la metto».

È un personaggio simpatico, Roberto. Nello spogliatoio è capace di sdrammatizzare su tutto e tutti. Quello che non accetta, naturalmente, è prendere gol. «Siamo pagati per provare a prenderne il minor numero possibile e spero di riuscirci sempre. Con la Cavese spero anche di centrare la promozione. Sarebbe il miglior coronamento di due stagioni bellissime vissute in questa splendida città e con un pubblico spettacolare».

Mancinelli arrivò alla Cavese lo scorso campionato, dopo una lunga sfilza di tornei di C1 consumati tra Castel di Sangro (tre) e Teramo (due). Poi la chiamata del suo ex direttore sportivo Dionisio. «Fui subito convinto dalle parole del diesse, perché so come vive il calcio e lo spogliatoio. Insomma, dove c'è lui non c'è mai improvvisazione». E quest'anno con qualche certezza in più per un progetto societario più solido. «Quando una società ti è vicina in ogni circostanza, senza mai farti sentire solo, quando vedi che tutti i dirigenti vivono al nostro fianco i nostri piccoli-grandi problemi, ti viene voglia di impegnarti con tutti noi stessi ed i risultati arrivano».