Mediano di professione, jolly per vocazione. In mezzo, a destra oppure a sinistra (come capitato nelle prime sedute tattiche), non ha importanza: Daniele Scartozzi starebbe anche in porta se dovesse essere necessario. «Ora non esageriamo», sorride ed un po’ arrossisce il duttile centrocampista abruzzese. «Diciamo semplicemente che non mi tiro mai indietro». Poi aggiunge: «Se mi viene chiesto un sacrificio, do subito la mia piena disponibilità. Chiaramente, se mi chiedono di fare l’attaccante rifiuto, perché andrei soltanto incontro a brutte figure. Ma tra centrocampo e difesa non ho problemi: ho agito un po’ ovunque nel corso della mia carriera e non mi sento per niente un tappa-buchi. Sono semplicemente un generoso, che bada innanzitutto agli interessi comuni della squadra».

Il “prototipo” perfetto per il tecnico Maurizi, uno che adora lavorare con calciatori poliedrici, uno che - tanto per intenderci - lo scorso anno a Scafati ha trasformato Corsale in un regista raffinato di centrocampo e Varriale in esterno d’attacco tatticamente disciplinato, ma comunque prolifico (14 reti tra coppa e campionato). Come un amore a prima vista tra l’allenatore ed il fedele “gregario”, Scartozzi conferma senza imbarazzi l’immediata simbiosi: «Il mister è una persona limpida, lineare, schietta. E poi sul piano tattico è eccezionale: non ha perso un solo istante e fin dal primo giorno ha iniziato a lavorare su un’idea di gioco davvero affascinante. Il 3-4-3 che stiamo imparando ad applicare coinvolge tutti i calciatori nella fase di pressing. E per uno come me che “pressa” per mestiere è chiaramente un bel vedere».

L’entusiasmo è dunque evidente, la forma fisica già discreta, la voglia di occupare in pianta stabile la mediana aquilotta non ha confini: «Sono al terzo anno di Cavese, ma gli spazi per mettermi in mostra sono stati sempre un po’ ristretti. Tra l’altro sono in scadenza di contratto e vorrei guadagnarmi un prolungamento attraverso discrete prestazioni». Il jolly vuole essere “giocato” adesso che Alfano non c’è più ed il centrocampo ha chiaramente bisogno di fosforo e muscoli. Così ecco la buona occasione di presentarsi al varco: «Io sono pronto, tutti quanti noi lo siamo. Vogliamo cancellare al più presto l’amarezza per il finale dello scorso campionato. Con l’entusiasmo che accompagna questi primi giorni di ritiro ci riusciremo. Potremo toglierci delle belle soddisfazioni».

MAURIZI PROVA GLI SCHEMI

Dal 5 contro 3 all’8 contro 5. Non dà i numeri Agenore Maurizi, ma accelera semplicemente il processo di apprendimento dei meccanismi difensivi del 3-4-3. Nei primi due giorni di allenamento il tecnico della Cavese ha chiamato la triade di retroguardia a sostenere le offensive di 5 giocatori (2 centrocampisti e 3 attaccanti). Ieri ha rincarato la dose inserendo nel lavoro di occupazione degli spazi anche 2 mediani e nutrendo la fase offensiva con altri 3 uomini (un play difensivo, 4 elementi di centrocampo, 3 d’attacco). Ha preso parte all’esercitazione tattica del pomeriggio anche il colosso argentino Ezequiel Turienzo, dopo i test d’ingresso sostenuti in mattinata col preparatore atletico Ascenzi.

Ha poi raggiunto il ritiro di Montefiascone pure il centrocampista Favasuli e l’organico sarà ulteriormente arricchito nella giornata di oggi dal difensore romano Dario Alberto Polverini, di proprietà della Roma. A breve potrebbe toccare anche a Mirko Eramo (c’è l’accordo per acquistare la metà del cartellino, attualmente di proprietà della Sampdoria). L’unica falla resta sul versante sinistro del centrocampo. Ecco perché, in attesa che Carbonaro completi le terapie riabilitative, il tecnico Maurizi ha accettato di buon grado l’arrivo di Danilo Bacchi, fluidificante sinistro con spiccate caratteristiche offensive. Il calciatore romano, lo scorso anno alla Paganese, sarà attentamente valutato per almeno una settimana: Maurizi vuole vederlo all’opera in un paio di test amichevoli prima di pronunciarsi. La prima occasione per Bacchi arriverà venerdì contro i dilettanti del Viterbo.