Tu sei qui: Economia e TurismoSuper Mancinelli, la Cavese in mani sicure
Inserito da (admin), mercoledì 10 novembre 2004 00:00:00
Che la Cavese viaggi a vele spiegate non fa più notizia. Gran merito dello splendido momento aquilotto è da dividere in due. Massimiliano (doctor Thomas) Scichilone, bomber di razza e capocannoniere del girone; dalla parte opposta del campo, Roberto Mancinelli, eroe con interventi prodigiosi della porta biancoblù. Un signor portiere, Mancinelli. Un professionista serio che ha sposato la causa aquilotta, allettato dal progetto Cutillo, rifiutando piazze di categoria superiore. Cosa lo ha spinto? «Appena ho incontrato il presidente questa estate a Milano durante il calciomercato, non ho avuto esitazioni. Mi ha stregato con quel modo schietto e spontaneo di approcciarsi. Nel calcio di generosi e sanguigni come lui ce ne dovrebbero essere molti di più». Nato ad Albano Laziale, Roberto Mancinelli compirà 29 anni il 29 gennaio. Ancora molte stagioni, dunque, davanti a sé. «Spero di rimanere su questi buoni livelli ancora per molto tempo. Ho meno di 30 anni e, vedendo tanti colleghi in giro, penso di non sfigurare». Mancinelli è cresciuto nelle giovanili della Lazio. Con la Primavera biancoceleste nel 95/96 ha conquistato lo scudetto. Poi l'approdo professionistico nel Teramo dal 96/97 fino all'anno scorso, con la parentesi dal 1999 al 2002 a Castel di Sangro. E lì ha avuto come compagno d'avventura l'attuale preparatore dei portieri aquilotti, Cotugno, che lo considera tra i migliori numeri uno della C. «Sì, e non solo - precisa Cotugno - perché l'alleno. Un ragazzo serio, con una grande voglia di lavorare. Ed i risultati la domenica sul campo si vedono. È il portiere che ogni preparatore vorrebbe allenare». Il portiere, da sempre il ruolo degli "sregolati". «Sono come tanti ragazzi della mia età - commenta Roberto Mancinelli - senza troppe velleità e senza grilli per la testa. Quell'idea del portiere pazzo, che forse valeva per i colleghi del passato, ora è ormai tramontata. I ritmi di lavoro sono cambiati, sono diventati pesanti». Ed intanto, nella Cavese è sempre più eroe. «Ho trovato il clima giusto. L'ambiente è ideale per far bene. Squadra, allenatori, presidente e dirigenza impeccabili. E poi il grande pubblico. Piazze come Cava de'Tirreni in C ce ne sono poche in giro, per l'entusiasmo che riescono a coagulare intorno al calcio. Per un calciatore è fondamentale sentirsi importante. Non vedo l'ora di rivedere sulle gradinate del "Lamberti" i nostri tifosi».
Fonte: Il Portico
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