Tu sei qui: Economia e TurismoTurismo Religioso in Costa d’Amalfi: la Chiesa della Madonna delle Grazie a Benincasa di Vietri sul Mare
Inserito da (ilvescovado), domenica 21 maggio 2017 11:07:22
di Giuseppe Liuccio
La visione di Raito nel trionfo del bianco delle case è scandita dalla cantilena d'amore dei versi di Alfonso Gatto: «Era scritto salute degli infermi/ alla rampa lassù che ti cercava/ paese di dolcezza per l'inverno/ un paese così come si dava». Ma la destinazione della mia escursione in una giornata luminosa di luce e di bellezza che dalle colline caracolla al mare increspato di perle d'argento non è Raito, bensì Benincasa. Pertanto, al bivio a mezzacosta svolto a destra seguendo le indicazioni verso la vicina frazione. M'incanto allo spettacolo della vallata ferita dal nastro d'acqua del Bonea che, nasce sui monti della Badia della Trinità di Cava dei Tirreni e porta giù verso il mare storia e storie raccolte lungo il percorso tanto accidentato quanto bello. Di fronte San Liberatore rifrange luce alla Croce a testimonianza di belle pagine di storia civile e religiosa ossificate alle pendici del Bonadies e nel maestoso fortilizio del Castello di Arechi, che domina Salerno. Ad una svolta l'abitato di Benincasa steso, pacioso, sulla collina, mi incanta. E penso con un pizzico di disappunto a quali e quante possibilità non utilizzate al meglio per il turismo escursionistico, ma non solo, a pochi chilometri dalla città capoluogo! Lo spettacolo a distanza ravvicinata della bella e tranquilla frazione è quella di una «striscia di case che, ad arco, si estendono di fronte al mare». Il villaggio «protetto dalle colline, gode di un clima mite; presenta una quiete quasi mistica, che sembra nascere dalla una pietà per i defunti che riposano nel non lontano cimitero comunale» come notano gli amici Francesco d'Episcopo e Tonino Masullo nella loro bella ed interessante pubblicazione "Vietri sul Mare: natura storia leggenda arte letteratura", che ho sottomano e sto rileggendo con piacere.
La Chiesa Madre è dedicata alla Madonna delle Grazie e risale agli inizi del 1600. Vi si conservano una statua ed un quadro di San Francesco da Paola, il monaco che sostò per qualche giorno nel villaggio durante uno dei suoi pellegrinaggi in questo territorio. E, a tal proposito, c'è una leggenda popolare che attribuisce il quadro allo stesso santo. Si narra infatti che una volta il monaco santo era a pranzo in casa dei signori Capograssi e che un pittore non riusciva a ritrarlo. Egli allora pose sul suo volto una salvietta sulla quale rimase impressa la sua immagine. Gli eredi Capograssi regalarono quel quadro alla chiesa di Benincasa nel 1656, quando, per sfuggire alla peste che aveva colpito Salerno, si ritirarono nella loro casa del villaggio vietrese. L'altare maggiore vanta uno splendido paliotto con un bassorilievo raffigurante la Visitazione. Nel paese, poi, sono disseminate molte icone votive di ceramica, testimonianza e simbolo di un forte sentimento religioso espresso dall'arte popolare. Ne è, tra l'altro, prova la venerazione per San Francesco da Paola del quale si possono ammirare un piccolo pannello di maiolica sopra la fontana pubblica accanto alla chiesa ed una piastrella in ottimo stato di conservazione ed una targa del 1782, a forma mandorlata. Si trovano entrambe lungo la strada provinciale per Dragonea. Altre interessanti icone si trovano in via Selce e raffigurano l'una, La Madonna con due santi e, l'altra, la Fuga in Egitto.
Visito la Chiesa: passeggio a passi lenti per stradine, slarghi e vicoli del villaggio e mi emoziona il silenzio; il sorriso contagioso ed ospitale della gente, che saluta, è deferente e mi ferisce di dolcezza. E penso ad itinerari guidati alla scoperta di icone devozionali e non, per animare vicoli e slarghi di un paese che sembra uscito da un libro di favole, dipinto per svago da fate o angeli in una giornata di buonumore e di fecondità creativa su di una collina, che espone grazia e bellezza su di una striscia di strada e che, dolce, dirupa nella vallata ad ingrossare pagine di storia bella che il torrente Bonea miscela con le altre scritte dai villaggi della conca metelliana e che, insieme, saranno fusi e confusi nel mare della Marina, che vanta storia millenaria degli Etruschi che popolarono "Marcinna" e rivaleggiarono in traffici commerci e potere con la greca Poseidonia che vanta colonne, templi, termae e foro al di là del Sele, fecondo di agricoltura di qualità e non solo, ieri come oggi.
Fonte: Il Vescovado
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