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Turismo religioso in Costa d’Amalfi: le chiese di Pogerola e Tovere

Inserito da (ilvescovado), sabato 1 aprile 2017 17:05:56

Di Giuseppe Liuccio

Pogerola, frazione di Amalfi, è situata non sulla costa, bensì nell'interno, ed occupa le propaggini orientali dei Monti Scorca e Molignano. La posizione ne fa uno dei centri più interessanti della Costiera, dal punto di vista del paesaggio. Si articola secondo piccoli nuclei sparsi, di origine medievale. Il suo fulcro è rappresentato dalla sommità della collina del Castello (m. 339 s.l.m.), la quale, sovrastando ad occidente Amalfi, ne costituiva uno dei cardini della difesa costiera. Dalla sommità del castello lo sguardo spazia a 360 gradi: a sud-ovest lo spettacolo è da visibilio di piacere con quelle ripide pendici che dirupano nella gola del Cieco. Più in là si staglia il profilo del territorio di Pastena, dominato dal pianoro del Gaudio. Ad est, il suolo declina dolcemente per settanta metri ed è, poi, interessato da un salto verticale di oltre cento metri che la isola completamente da Amalfi. Anche il versante nord digrada rapidamente fino alla Valle dei Mulini. Una breve striscia di terra, infine, congiunge la collina di Pogerola alle retrostanti balze del monte Molignano, sulle quali è arroccata parte dell'abitato.

Il casale di Pogerola compare nelle carte ufficiali soltanto nel X secolo; ed è indicato con il nome di Castrum Pigellule, cioè un castello che si ergeva sul dorso della collina occidentale di Amalfi, detta monte Falconcello. Questo Castrum fu più volte impegnato in combattimenti ardui per difendere la città. Il villaggio poteva diventare un gioiello dell'offerta del turismo di qualità per bellezza paesaggistica con quella posizione in volo sull'infinito del mare della Grande Storia e dei miti, con in lontananza i promontori di Licosa e Palinuro e con alle spalle la difesa della catena dei Lattari. Ma così non è stato per miopia di amministratori, che ne hanno consentito lo scempio con sciagurate speculazioni edilizie e di imprenditori, che hanno investito tutto, o quasi, nel Centro Storico con dannose concentrazioni a scapito della emarginazione delle frazioni, soprattutto quelle alte.

Non mancano le chiese: la parrocchia di S. Marina è documentata sin dal XII secolo ed è stata restaurata spesso, con interventi che ne hanno modificato l'aspetto originario. È costituita da una facciata con due arcate che sostengono un loggiato su cui poggia un timpano affrescato. L'interno è composto da due volte a crociera che fanno da ingresso ad un unico ambiente sormontato da una volta a botte unghiata. Alla sinistra della chiesa insiste il campanile che termina con un tamburo esagonale riccamente ornato con maioliche. Nella località Gaudio è presente il Santuario di S. Maria dei Fuonti risalente al XVIII secolo. La leggenda narra che alcuni operai originari di Agerola ritrovarono, nella località Fuenti di Cetara, un bassorilievo raffigurante una Madonna con Bambino. Intenzionati a portarlo nella loro città d'origine. Durante il viaggio furono costretti a desistere in quanto l'opera divenne estremamente pesante ed intrasportabile. L'incredibile circostanza fu interpretata, come spesso avveniva all'epoca, come una precisa scelta della Madonna di dimorare per sempre in quell'ameno luogo. Vi è, anche, il Santuario della Madonna delle Grazie, che occupa una posizione centrale nel contesto del casale: fu fondata dalle famiglie autoctone Amodio, Rispoli, Amendola, Paolillo e Gambardella nel 1539, in suffragio per le vittime della terribile epidemia di peste del 1528.

L'altra frazione collinare di Amalfi è Tovere. È citata per la prima volta agli inizi dell'XI secolo col nome di Toboli. Era già servita da Via Maestra dei Villaggi. Fu fondata da alcuni marinai-contadini. Col tempo il nome si è evoluto in Tobulum e poi Tovere. Il Casale ha ospitato dal XVIII secolo un Monte di Pietà per "maritaggi" di zitelle povere. È ubicata a quota 650 s.l.m. Ai tanti vigneti che caratterizzavano la vegetazione, oggi si sono sostituiti i limoneti. La chiesa parrocchiale di San Pietro, in stile arabo-bizantino, risale al Duecento. Rimaneggiata in più epoche, ha tre navate. Vi si venerava un Crocifisso trecentesco, trafugato nel 1977. Un nuovo Crocifisso, realizzato a Ortisei, è arrivato a Tovere un decennio dopo il furto. Qui si trovano anche alcune statue raffiguranti San Pietro, Sant'Anna e l'Immacolata, nonché un presepe napoletano del Settecento. La cappella della Madonna del Carmine è documentata sin dal Medioevo. A Tovere, che è la frazione più alta di Amalfi, si accede salendo per la strada verso Agerola. Dopo Conca dei Marini, poco prima di Furore, una insegna, a destra, ne indica la strada verso l'interno. L'abitato si lascia apprezzare subito per il suo panorama mozzafiato sull'infinito di cielo e mare. Alle spalle incombe, come nido di rondini, l'abitato di Agerola. La piazza di Tovere con la scuola e la chiesa sono un tuffo nel silenzio smemore che crea atmosfere di secoli passati. La gente è cordiale ed ospitale. In queste domeniche di primavera con le campagne che ostentano scialo di fioritura, è un'emozione da non perdersi. Per una scampagnata, con amici e famiglia all'ora di pranzo c'è solo l'imbarazzo della scelta per gustare, sia a Pogerola, che a Tovere o nell'attiguo territorio di Conca e di Furore, specialità di enogastronomia della Divina Costiera.

Fonte: Il Vescovado

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