Tu sei qui: Eventi e Spettacoli“Via di fuga”, Vittorio Petito espone a Maiori
Inserito da (redazionelda), giovedì 14 febbraio 2019 16:26:06
La 46esima edizione del Gran Carnevale di Maiori si apre con l'inaugurazione della mostra di Vittorio Petito, discendente del grande Antonio Petito, drammaturgo ed attore che rese celebre in tutto il mondo la maschera di Pulcinella.
A cura di Angelo Criscuoli, questa personale intitolata "Via di fuga", è ospitata al piano nobile di Palazzo Mezzacapo per tutto il periodo del carnevale maiorese e raccoglie una selezione di oltre trenta dipinti, in prevalenza acquerelli, alcuni dei quali realizzati sulla pregiata carta d'Amalfi.
Come sottolinea il Sindaco Antonio Capone «già accolta con successo al Palazzo delle Arti di Napoli, la mostra si arricchisce di alcune opere ispirate alla Costiera Amalfitana ed inediti Pulcinella, che vanno ad unirsi alla suggestiva immagine allegorica concepita dall'artista per il nostro storico Carnevale, una tradizione sempre viva che riveste un grande valore per la nostra comunità, un evento di rilievo nazionale nonché patrimonio culturale della nostra città».
Per la gioia di grandi e piccini, venerdì 15 febbraio, alle 17, ad accogliere il pubblico della serata inaugurale a Palazzo Mezzacapo, oltre al Maestro Vittorio Petito, ci sarà anche l'attore di teatro Rodolfo Fornario, nei panni di un divertente ed inusuale Pulcinella "padrone di casa".
Soddisfatto anche il Direttore artistico del Gran Carnevale di Maiori, Alfonso Pastore, che ha immediatamente colto il valore aggiunto di questa mostra per lo storico Carnevale maiorese e così ne sintetizza l'importanza: «figlie di una profonda ricerca sulla maschera, le opere di Petito ne evidenziano la parte più colta ed espressiva. Presentando l'opera "Chimera" dedicata al nostro Carnevale, Petito contribuisce alla promozione di questo variegato evento artistico-culturale, nel cui contesto siamo onorati di ospitare un autentico Maestro».
Proprio con riferimento a Pulcinella, quale icona meta-teatrale che racchiude in sé una parte cospicua del patrimonio culturale di Napoli, lo stesso Petito spiega: «La maschera viene indagata anch'essa come rifugio o, magari, come contenitore in cui celare stati passionali, forse nascosti perfino a noi stessi, nonché come momento di sana, incontrollata e gioiosa follia. Quindi l'irriverenza, il gioco, l'astrazione, l'irrisione finanche della Morte».
E con riferimento al nucleo di opere dedicate alla Sua Napoli, l'artista scrive: «Talvolta la Città sembra cedere il passo, avanza affannosamente, costretta a riflettersi in un'immagine che la ritrae addirittura laida.
Allora, pausa per i suoi travagli diventa il mare, via di fuga in cui la sua parte monumentale e più rappresentativa (Maschio Angioino, Castel dell'Ovo, Palazzo donn'Anna...) trova riparo o rifugio. Lì, nella profondità degli abissi, al sicuro, Partenope avrà ancora una volta modo e tempo per ridare lustro alle sue nobilissime origini. Per rigenerarsi, e poi riapparire come sempre smagliante».
Nel catalogo che accompagna la mostra, il curatore Angelo Criscuoli chiarisce: «Il Pulcinella di Petito, pur esprimendo il profondo dramma esistenziale, la paura della morte e lo stravagante rapporto con la fede, non è mai condannato all'ignavia, all'ipocrisia o al cinismo. E i momenti di follia, purché brevi e sporadici, sono anch'essi un'indispensabile sfogo catartico, come ben sintetizzato nell'Oraziano "Dulce est desipere in loco (è dolce ammattire al tempo opportuno)».
In ossequio all'analogo adagio "Semel in anno licet insanire" (una volta all'anno è lecito impazzire), l'artista ha voluto celebrare anche la tradizione del Carnevale, quale momento di sana follia e divertimento disinibito, attraverso cui ritrovare il precario equilibrio vitale (psico-fisico) e l'energia per affrontare l'incerto destino.
Appuntamento, quindi, a Palazzo Mezzacapo per la serata inaugurale del 15 febbraio e poi tutti i giorni fino al 10 marzo, con ingresso gratuito dalle 16.30 alle 19.30. Inoltre, nei weekend (sabato e domenica) la mostra sarà aperta anche la mattina dalle 10.30 alle 13.00.
Fonte: Il Vescovado
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