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Lettere alla redazione

L’appello dell’ANPI Costiera Amalfitana

Anno nuovo, voci nuove: in difesa della pace

La Costiera Amalfitana, tradizionalmente attenta alle questioni sociali, rimane silente di fronte alle crescenti minacce belliche. L’ANPI lancia un appello per una presa di posizione coraggiosa contro il pensiero dominante e la retorica militarista.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 8 gennaio 2025 17:44:22

In un contesto internazionale sempre più segnato da conflitti e tensioni, il dibattito pubblico sulla pace e sulle alternative alla guerra sembra ridursi a flebili voci isolate. Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dell'ANPI Costiera Amalfitana, che lancia un accorato appello affinché le comunità locali e la società civile si mobilitino contro la retorica bellicista dominante, proponendo un'alternativa fondata sul dialogo e sulla giustizia sociale.

 

Di seguito il testo integrale.

 

È singolare che la Costiera, solitamente così sensibile alle vicende sociali e ricca di voci autorevoli pronte a intervenire sui temi più scottanti, continui a tacere di fronte alla guerra che si va ormai quasi ufficialmente preparando. L'ANPI Costiera Amalfitana, peraltro, non vuole dismettere il suo impegno per una pace giusta, né rinuncia a richiamare le comunità e i singoli individui a una presa di posizione in contrasto con il pensiero dominante e con la preponderante divulgazione bellicista. Non si può continuare ad assistere in silenzio al massacro di un popolo, quello palestinese nell'inferno di Gaza, operato dal governo di Israele. Non c'è bisogno di ripetere come quello attuato da Netanyahu sia un genocidio deliberato che, oltre alle 50.000 vite umane sterminate, ha raso al suolo città, distrutto case, scuole e ospedali, impedito l'accesso ai viveri, all'acqua e ai medicinali, smantellato le centrali energetiche, condannato a sofferenze inumane anziani e bambini, secondo una logica di vendetta nella scala 1 a 50 ("ai cittadini palestinesi infliggo 50 vittime per ogni vittima che i terroristi palestinesi hanno inflitto a me": si valuti l'aberrazione di un simile atteggiamento da parte di uno Stato evoluto). Né si può continuare a considerare bombe e missili come unica soluzione possibile del conflitto innescato in Ucraina da Putin. ARMI, PIÙ ARMI! non fanno che invocare le autorità ucraine, ed ARMI, PIÙ ARMI! non fanno che fornire i paesi occidentali. Il pensiero unico ritiene di porre fine alla guerra (ammesso che lo si voglia davvero) soltanto con una vittoria militare, ma il pensiero unico non è di certo l'unico pensiero. Accetteremo passivi la partecipazione dell'Italia a un progetto internazionale per la realizzazione di nuovi cacciabombardieri del valore di 100 miliardi di euro (col voto favorevole di quasi tutti i partiti)? Possibile che a papa Francesco bacino tutti la mano, mostrino deferenza, facciano resoconti quotidiani delle sue dichiarazioni, salvo poi ignorarne il contenuto, ridacchiare dei suoi richiami, trattarlo insomma come un vecchio fissato? In Parlamento, al previsto aumento delle spese militari, neanche l'opposizione è riuscita a dire un NO compatto. Del diritto internazionale e delle sue istituzioni (Corte Penale dell'Aja) ci si scandalizza come fosse la pratica nefanda di un covo di sovversivi. Il tutto propagandato dalla comunicazione ufficiale (stragrande maggioranza delle tv, dei quotidiani e dei siti online) come cassa di risonanza di scelte indiscusse e indiscutibili, infarcite dalla destra governativa della consueta retorica a base di "patria", "orgoglio nazionale" e "difesa dei confini". Chi si azzarda a chiedere trattative per l'Ucraina e sanzioni per Israele viene sbeffeggiato e irriso. Eppure, se così parlano le istituzioni, sta alla società civile parlare diversamente. L'ANPI continuerà a invocare testardamente le sole armi possibili per difendere la pace: negoziati diplomatici, giustizia sociale, libertà per i popoli oppressi, democrazia politica. Crediamo davvero di non essere i soli a non piegarsi alla rassegnazione e a ritenere che "se vuoi la pace, devi preparare la pace", e confidiamo che con il nuovo anno si sentano sempre più voci in questo senso.

Fonte: Il Vescovado

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