Tu sei qui: Lettere alla redazioneLe terre alte della Divina: i fiori che sbocciano
Inserito da Raffaele Ferraioli (redazionelda), mercoledì 21 gennaio 2015 20:18:53
di Raffaele Ferraioli*
I dati statistici, sia pure da prendere con le molle, confermano una crescita intorno al 12% delle presenze turistiche in Costa d'Amalfi nell'anno 2014. Una prima considerazione ci porta a dire: per fortuna! Ed è una considerazione che nasce dalla consapevolezza che questo avviene nonostante la cronica, ben nota assenza di una strategie condivisa e di programmazione integrata, visto che la riorganizzazione dell'apparato turistico istituzionale continua ad essere una chimera. A tal proposito consentitemi una domanda: quando decollerà la nuova legge regionale istitutiva dei cosiddetti "poli"? Quant'altro tempo bisognerà aspettare perché venga emanato il relativo regolamento per la loro costituzione? "Mentre ‘ o miereco studie, ‘o malatose ne more", direbbe la nonna.
Ma torniamo al discorso di prima: il turismo in Costa d'Amalfi non solo regge, ma è addirittura in fase di crescita e, quel che più conta, di superamento dello squilibrio fra costa e collina da sempre lamentato.I turisti cominciano finalmente a orientare le loro scelte verso nuove mete, finora trascurate se non sconosciute. Tale inversione di tendenza è stata innescata, in particolare della "risorsa vino", la cui eccellenza a seguito dell'ottenimento della D.O.C. è valsa ad attrarre frotte sempre più folte di visitatori e di appassionati. Ma l'appeal dell'"altra faccia della Costiera" non è rappresentato solo dall'enogastronomia.
L'analisi motivazionale configura la seguente classifica: ambiente 27%, arte e cultura 24%, enogastronomia 23%, eventi 18%, altro 8%. Gli studiosi del fenomeno amano distinguere l'offerta in servizi turistici immateriali e materiali, mentre la domanda è fatta di turismi minoritari o tematici e maggioritari o di tendenza. In forte espansione risulta essere il turismo di prossimità, il fuori porta, specie nel settore enogastronomico, popolato sia di appassionati competenti, sia di curiosi modaioli.
Le terre alte della Divina sono, da un po' di tempo a questa parte, sempre più ricche di "fiori che sbocciano", ma occorre fare attenzione a che questa fioritura non appassisca con la stessa velocità con la quale è nata. Per evitare una tale iattura bisogna avere il coraggio di dire no al mordi e fuggi, all'escursionismo selvaggio, che prende più che dare, che seduce e poi abbandona. Scongiurare la banalizzazione insita nel fenomeno diffuso delle sagre, specie di quelle più scadenti, buone solo per fare cassa. Allontanare il pericolo della trasformazione dei nostri paesi in mete del tipo Montevergine.
Il mix vincente dell'offerta è fatto di sapori, paesaggio, ambiente, rapporti umani, esperienze da vivere. Ci vuole molto "green", un po' di "terroir" e una spruzzatina di animazione. Il che significa assicurare una costante manutenzione dei luoghi e delle strutture, un'attenta tutela del paesaggio e dell'ambiente, una corretta cura del patrimonio artistico e culturale, una convinta azione innovativa, un'adeguata formazione professionale, un assidua attività promozionale. E' necessario porre il fattore umano al centro del sistema di accoglienza e di ospitalità e farne l'arma vincente nella competizione con gli altri territori.
Non basta saper presentare i prodotti, bisogna soprattutto saper raccontare le persone che li producono. Non basta saper fare, bisogna far sapere. E qui il problema di una non più rinviabile politica di marketing torna puntuale e reclama competenza e un minimo di disponibilità di risorse finanziarie. In questo può rivelarsi utile l'applicazione della tassa di soggiorno, ferma restando la garanzia di un corretto impiego degli introiti da essa derivanti, che deve essere tourism oriented e puntare a investimenti strategici nei settori dell'innovazione, della cura dei luoghi, dell'implementazione dei servizi al turista.
Questa breve riflessione non ha la pretesa di essere la ricetta per curare tutti i mali che da sempre affliggono il nostro territorio, ma vuole, se è possibile, innescare un dibattito franco e quanto più ampio possibile su un tema che non può non interessare tutti, ma proprio tutti!
* sindaco di Furore
Fonte: Il Vescovado
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