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Lettere alla redazione

Paesaggio sudicio e legislatore sordo

Inserito da (redazionelda), lunedì 6 marzo 2017 10:10:14

di Raffaele Ferraioli*

 

Dopo l'approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri, intervenuta il 20 gennaio scorso, è stato firmato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il tanto atteso Decreto di semplificazione delle procedure in materia di autorizzazione paesaggistica. Il nuovo Regolamento va a sostituire l'art. 19 del DPR n. 139/2010 che viene abrogato. Al primo impatto, conoscendo le lungaggini estenuanti che siamo costretti a subire a tutt'oggi, vien da dire: era ora! In effetti questa notizia ha suscitato grande entusiasmo ed ha avuto ampio risalto sulla stampa, ma a leggerla bene si tratta di un vero e proprio bluff. Il verbo da coniugare in questa, come in tante altre assurde occasioni, è inveire o, se preferite, mandare a quel paese i politici adusi a fare questi pastrocchi.

Il doppio elenco allegato al Decreto, indica gli interventi "liberi" e quelli "semplificati." La sua lettura è a dir poco esilarante. Siamo davvero alle comiche! Un esempio? Viene esclusa la necessità della preventiva autorizzazione per l'istallazione dei "pannelli solari purchènon visibili dall'esterno". E il Sole? Diventa un optional! Vengono dichiarati possibili, in un orgia di ovvietà e di demagogia, interventi che lo sono sempre stati, senza alcun ombra di dubbio. Sono esentati dall' autorizzazione "i monumenti, le lapidi e le edicole funerarie". Si, avete capito bene: comprese quelle che proliferano lungo le strade, assieme a statue di santi e madonne, nani di gesso, reti di letto dismesse e qui l'elenco potrebbe continuare! Sono inseriti fra gli interventi liberi i "comodi rurali", ovvero le baracche di ogni ordine, materiale, misura, che, numerose, già da tempo imbrattano l'immagine panoramica. Questo avviene nell'indifferenza di tutti in tutto il nostro territorio che pure si fregia del prestigioso riconoscimento UNESCO e che, manco a farlo apposta, vende paesaggio sullo stesso mercato turistico ma non se ne cura.

E allora? Ne vedremo delle belle, anzi delle brutte! Lamiere luccicanti sotto il sole o colanti ruggine disturberanno sempre più le visuali di pubblico godimento (si fa per dire!), andando a involgarire l'ambiente agricolo. Altro che cosmesi estetica o lifting paesaggistico. Evviva il pessimo gusto! Lunga vita agli amanti del "ciarpame reietto" di gozzaniana memoria, trasferito dai sottotetti all'esterno, sui terrazzi, nei cortili, lungo le strade, sulle spiagge e nei giardini. Chi pensa che il paesaggio non necessiti di una integrità rigorosa e che la sua tutela si possa ottenere schizofrenicamente con il solo vincolo di inedificabilità assoluta, commette un errore madornale. La scarsa attenzione verso questo problema, la rinuncia a governarlo, la mancata rimozione dei tanti detrattori che lo sporcano e l'offendono, sono colpe imperdonabili.

Alla fine questa vicenda m'induce a riportare qui di seguito una mia riflessione pseudo-poetica sull'argomento, che avrò cura d' inviare a tutte le Autorità competenti perché prendano finalmente coscienza di questo problema.

*sindaco di Furore

 

Paesaggio sudicio

 

Dismesse reti di letto

usate a mo' di ringhiere

tettoie, baracche, lamiere

e statue di santi,

svettanti.

Occhieggiano nani di gesso,

emergono cocci di cesso

dal cumulo di spazzatura,

le cupole di copertura

dipinte di mille colori.

Le lapidi piene di fiori

lungo le strade,

ma finti,

le dediche ai cari estinti.

La casa sgarrupata,

lo split in facciata,

le gronde di plastica,

sul muro una svastica,

in testa i ferri d'attesa,

bellezza offesa.

La farsa del bio,

la fogna nel rio,

trionfo della munnezza...

‘Na vera schifezza!

 

 

Fonte: Il Vescovado

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