Tu sei qui: Lettere alla redazioneTanti pazienti senza un medico di riferimento
Inserito da (redazionelda), venerdì 3 aprile 2020 10:52:14
Riceviamo e volentieri pubblichiamo lettera del dottor Franco Amato, medico di base a Maiori, che ha raggiunto il congedo lavorativo. Lascia l'attività in un memento di grande difficoltà per l'emergenza coronavirus. E ad oggi sono ancora in tanti i cittadini di Maiori a cui non è stato assegnato il nuovo medico di famiglia.
Mi dicono che, in questi tempi bui di sonno della Ragione - da addebitare anche al coronavirus che ormai alberga nel nostro spirito, oltre che nel corpo - una procedura, semplice, come la revoca del medico di famiglia da parte di un assistito, e mi riferisco al caso recente di Tramonti e ora a quello di Maiori e Scala-Ravello, si stia rivelando un bellum omnium contra omnes, parafrasando Hobbes.
I fatti: i medici di famiglia, al momento di andare in pensione, devono comunicare all'Azienda Sanitaria locale la propria decisione due mesi prima.
Un tempo sufficiente, credo, alle autorità sanitarie e amministrative, di mettere in atto le proprie capacità programmatiche ed esecutive di provvedere alla sostituzione dei suddetti medici di famiglia.
Non mi pare che ciò sia stato fatto con competenza e attitudine a vedere le cose al di là del proprio naso.
Lungi da me l'attribuzione di responsabilità di qualsiasi tipo a chi, amministrazione sanitaria o ufficiale sanitario del governo del territorio.
Ricevo telefonate e comunicazioni anche esasperate da parte di pazienti che non sanno cosa fare e a chi rivolgersi per risolvere il loro legittimo diritto di avere un medico che li assista.
Osservo soltanto disorganizzazione e confusione che non rispondono alle loro richieste.
Osservo soltanto che la scarsa lungimiranza ha provocato e provoca nei pazienti, soggetti fragili di per sé, un senso di inadeguatezza delle istituzioni.
Osservo soltanto che i pazienti, che attualmente non hanno un medico di riferimento, soffrono per la mancanza di assistenza medica e farmacologica adeguate.
E ciò non fa altro che aumentare la distanza tra la domanda legittima del cittadino, soprattutto fragile, e le istituzioni obbligate a dare risposte adeguate.
E' il caso di dire: sveglia Italia.
Dott. Francesco Amato
Fonte: Il Vescovado
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