Tu sei qui: Lettere alla redazioneUn 'No' convinto per mandare a monte la riforma della Costituzione
Inserito da (redazionelda), mercoledì 28 settembre 2016 11:08:08
di Alfonso Minutolo
Caro Direttore,
come sempre grazie per la tua rinnovata disponibilità che continuamente mi dimostri nell'invitarmi ad inviare contributi al Vescovado, testata che hai creato e che brillantemente dirigi da ormai molti anni.
Come tu e tanti altri ben sapete, nei prossimi 70 giorni dedicherò tutto il mio impegno, tutte le mie energie e tutto il mio attivismo per far sì che al Referendum Costituzionale che si svolgerà il 4 Dicembre in tutta Italia, la riforma costituzionale voluta dal trio Renzi - Boschi - Verdini venga bocciata, perorando la causa del "NO".
La salvaguardia della Costituzione Repubblicana è a mio avviso la più importante battaglia politica e civile italiana di tutti i tempi. La pietra fondante di tutte le nostre libertà è minacciata da un mix letale di incompetenza, tracotante arroganza e silenziosa connivenza congegnato ad arte da politici italiani e stranieri, unitamente agli interessi di potentissimi istituti bancari internazionali senza scrupoli che praticamente da sempre influenzano gli andamenti socio-politici della nostra società. Non a caso il colosso bancario americano JP Morgan tempo fa in una nota dichiarava: «I sistemi politici e costituzionali del Sud (Europa) presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo, il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi. I Paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle Costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)». Per questo motivo quindi, per limitare quanto più possibile lo stato sociale previsto dalle carte costituzionali dei cosiddetti stati del sud Europa, i poteri forti per mezzo dei loro lacchè politici all'interno degli stati nazionali, attaccano le Costituzioni così da eliminare il problema alla radice.
Sono così tanti e di così grande prestigio i giuristi ed i costituzionalisti che si sono mobilitati contro la 'schiforma', da Zagrebelsky a Pace, da Rodotà a Flick che la metà già basterebbe per esprimere un NO convinto. È come se un comitato politico domani si riunisse e decretasse che la lingua italiana va riformata e che dopo il "se" ipotetico bisogna smettere di utilizzare il congiuntivo a vantaggio del condizionale. Il mondo letterario si ribellerebbe ed il popolo liquiderebbe il tutto come una grossa panzana dopo essersi fatta una grassa risata. Ebbene ci sono gli stessi identici estremi per paragonare questa paradossale situazione alla proposta di riforma della Costituzione che il governo ed il PD stanno sostenendo.
Non voglio però rubarti ulteriore pazienza, nei prossimi mesi di persona e con altri amici darò vita ad una serie di iniziative per il sostegno del "NO" al "Referenzum", sia in rete che dal vivo che verranno illustrate e sponsorizzate con ampio anticipo .
Ti lascio solo con un pensiero sintetico che è il cavallo di battaglia di chi sostiene il "NO": gli ideatori della riforma hanno voluto innanzitutto basare la loro campagna su una presunta semplificazione del testo originale. Ebbene bisogna sapere che tra il 1947 e il 1948 i padri costituentiinoltrarono la bozza della nascente carta costituzionale al grande linguista Pietro Pancrazi con un solo obiettivo, renderla comprensibile ad un popolo di contadini, pescatori e piccoli commercianti che costituivano l'ossaturadell'Italia di allora. Il documento finale contava 9.300 parole, frasi lunghe in media 20 parole, una trentina di cartelle con appena 1.357 vocaboli, insomma, un capolavoro di semplicità. Oggi soltanto l'articolo 70 che disciplina l'iter di approvazione delle leggi passa dalle originali 9 parole elementaria 717 termini ostrogoti e non basta avere una laurea in giurisprudenza per averne chiaro il concetto.
La Costituzione Italiana certamente non è un moloch e sicuramente necessità di adeguamenti ed aggiornamenti che la rendano compatibile con i tempi moderni, tuttavia saranno gli italiani a deciderne i tempi ed i modi e non le pressioni esterne di chi mira a sottrarre al popolo giorno dopo giorno sempre più sovranità.
Grazie ancora e a presto.
Fonte: Il Vescovado
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