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Halloween, festa, Ognissanti, notte, 31 ottobre

Le riflessioni su Halloween di Sigismondo Nastri

Credo che abbia qualcosa in comune con le nostre tradizioni. Quella, ad esempio, che ai miei tempi si raccontava ai bambini: "la notte di Ognissanti le anime dei defunti tornano sulla terra per restarci fino al giorno dell’Epifania"

Inserito da (PNo Editorial Board), giovedì 27 ottobre 2022 14:39:34

Di Sigismondo Nastri

Mancano pochi giorni ormai alla "festa" di Halloween, sulla quale scrissi qualcosa, anni fa, che mi sembra ancora attuale.

Scrissi che a me non piace. Per niente. Lo confermo. Ma non me ne scandalizzo, non credo che c'entri il diavolo, che sia - come a volte è stata definita - una manifestazione satanica, "frutto della propagazione dell'occultismo e della magia", che ha "le sue radici nell'adorazione pagana degli spiriti e di un dio celtico della morte". E perciò "in contraddizione con la Chiesa e con la vocazione cristiana". No, non è così, se è vero - come è vero - che viene celebrata anche in oratori parrocchiali.

Non mi piace, ripeto, ancora di più dopo aver visto qualche giorno fa, in una vetrina (li ho pure fotografati, accidenti!), dei dolci che riproducono un teschio o una cassa da morto. Da farne passare la voglia.

Tuttavia, ripeto, giudico Halloween soltanto un'occasione di divertimento. Macabro, tuttavia nient'altro che un gioco.

Dico di più. Credo che abbia qualcosa in comune con le nostre tradizioni. Quella, ad esempio, che ai miei tempi si raccontava ai bambini: "la notte di Ognissanti le anime dei defunti tornano sulla terra per restarci fino al giorno dell'Epifania". Noi ne eravamo terrorizzati. Ne ero terrorizzato. Gli adulti no, perché si sentivano rincuorati dalla supposta presenza - invisibile e impalpabile - dei propri cari trapassati.

Quello che non mi piace - non solo di Halloween, sia chiaro - è che la globalizzazione ci induca a recepire "contaminazioni" che arrivano dall'esterno, in chiave consumistica. Quelle che qualcuno ha definito forme di colonizzazione economica del nostro paese.

Se mai, il rammarico è dovuto alla "sconsacrazione" della ricorrenza di Tutti i Santi. Ma ormai viviamo in una società che va perdendo il senso del sacro. Tanto da trasformare l'Epifania - rivelazione al mondo della divinità di Cristo - nella Befana, che è "una sorta di strega, che cavalca di notte una scopa - questo, sì, come nelle peggiori tradizioni dei Sabba satanici - portando doni ai bambini". Il carnevale non è più un momento di preparazione alla Quaresima; il Lunedì dell'Angelo s'è tramutato nella pasquetta, destinata alle gite fuori porta; la stessa festa dell'Assunzione ha perduto il suo significato più alto, quello di celebrare l'ascesa al cielo in carne e ossa della Madonna, ed è intesa per lo più come ferragosto, occasione di baldorie e ricche libagioni.

Una "contaminazione" legata certamente alla globalizzazione, dicevo, ma anche alla evoluzione dei costumi, alla influenza della pubblicità, al fatto che non abbiamo più un'autonoma capacità decisionale, ma siamo eterodiretti, condizionati da tutta una serie di messaggi nella nostra vita quotidiana. Senza essere in grado di porvi rimedio.

Fonte: Il Vescovado

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