di Massimiliano D'Uva

In una soleggiata mattina di agosto, prima che le temperature raggiungessero i massimi stagionali, Paolo Bonolis, ospite del sindaco Andrea Reale, ha incontrato un nutrito gruppo di comunicatori e giornalisti del territorio salernitano, a poche ore dall'intervista con Gigi Marzullo nell'ambito della rassegna Letto ad una piazza. Un sabato sera trascorso in compagnia di un personaggio straordinario che ha animato Minori, trasformandola nella Città del "buon" gusto.

Con abbigliamento informale, bermuda e infradito, Bonolis si è presentato sorridente e cordiale, mettendo subito a loro agio i suoi interlocutori, non prima di aver sorseggiato un caffè al bar dell'Hotel Villa Romana, che ha ospitato il pranzo di lavoro. Si è concesso alle domande della stampa raccontando il suo esordio nel mondo dello spettacolo, avvenuto nel 1981 quasi per caso, quando in realtà avrebbe voluto intraprendere la carriera diplomatica. Ha parlato del suo legame con la Costiera Amalfitana, della madre salernitana e della lunga amicizia con Antonio Dipino, patron del ristorante stellato La Caravella di Amalfi.

Dalla chiacchierata, prima e durante il pranzo, è emersa l'immagine di un uomo che, al di là delle indiscusse qualità professionali, possiede un'empatia straordinaria e una prontezza d'intelletto capace di intuire in pochi istanti la direzione del suo interlocutore, per poi condurre la conversazione senza mai sfuggire alle risposte, in una linearità di pensiero invidiabile. Spesso, anzi, ha ampliato gli argomenti, sconfinando in una vera e propria lezione di filosofia di vita pratica, prima ancora che teorica. Sorrisi e parole che non sono mai apparse di circostanza, ma autentiche, sentite, viscerali.

La sua stessa presenza a Minori, frutto di una promessa mantenuta a un amico come Antonio de La Caravella, è la prova di un modo di gestire le relazioni diretto e trasparente. Scorrendo la sua pagina Wikipedia, necessaria anche per chi come me ha seguito tutta la sua carriera, si ritrovano programmi che più che rappresentare un curriculum sono ormai un pezzo di storia della televisione italiana. Basti pensare alla sua prima partecipazione a Sanremo, che ha segnato un cambio di rotta per il Festival della musica così come lo conosciamo oggi, nato proprio dalla mano di Bonolis.

La conferenza stampa, decisamente atipica, si è rivelata l'introduzione perfetta a quanto sarebbe avvenuto poche ore dopo in piazza a Minori: un pubblico caloroso accorso ad ascoltarlo, applausi scroscianti e una fila ordinata per un autografo, un selfie o semplicemente una stretta di mano. Bonolis non solo non si è negato, ma ha trasformato quel momento in uno spettacolo nello spettacolo.

A beneficio di chi vorrebbe relegarlo in un angolo della TV generalista, Paolo, permettetemi di chiamarlo così dopo aver visto e toccato l'anello del Triplete dell'Inter regalatogli da Zanetti, ha ancora molto da dire e da dare al suo pubblico.

Foto: Massimiliano D'Uva e Gianni Riccio