Praiano si è fermata ieri, 4 dicembre, in un dolore collettivo, straziata dalla tragica scomparsa di Gianbattista Cavaliere, il 15enne vittima di un incidente a Conca dei Marini. Decine di palloncini bianchi sono stati liberati verso il cielo quando la bara bianca, portata a spalla dagli amici, ha lasciato la chiesa di San Gennaro, attraversando il piazzale gremito di giovani, familiari e compaesani in lacrime.

Il Sindaco Anna Maria Caso ha proclamato il lutto cittadino. Le saracinesche abbassate, il silenzio surreale e l'abbraccio corale hanno fatto da cornice a una cerimonia intensa, dove amici, compagni di scuola dell'Istituto Marini-Gioia di Amalfi e la squadra di calcio a cinque di Gianbattista si sono uniti ai genitori, Assunta e Marco, e al fratello maggiore Francesco Pio.

Sul feretro, una corona di fiori bianchi e una foto sorridente del giovane hanno raccontato il suo spirito solare. All'interno della chiesa, gremita fino all'inverosimile, la messa è stata celebrata dal vice parroco don Nicola Avitabile, affiancato dai parroci delle comunità limitrofe, in un momento di intensa spiritualità e riflessione.

«Non siamo fatti per la morte, ma per la vita. Anche il dolore ci porta a ritrovare l'essenziale e a riflettere sul senso della nostra esistenza», ha detto don Avitabile. Ha poi ricordato il sorriso e la vitalità di Gianbattista, definendolo un "ragazzo d'oro", suscitando un lungo e commosso applauso.

Alla fine della funzione, il feretro è stato accompagnato in processione fino al cimitero di Praiano, lungo la statale amalfitana, dove il corteo funebre si è sciolto tra le lacrime e il silenzio.

Durante la cerimonia, il Primo Cittadino ha rivolto un messaggio accorato ai giovani: «La tragedia di Gianbattista deve servire a qualcosa. I giovani devono godere della spensieratezza della loro età, ma ricordando sempre il valore della prudenza e della vita, che va custodita e protetta».

Quella di ieri è stata una giornata che ha segnato profondamente il cuore di Praiano, un paese che oggi porta il peso di una perdita troppo grande e il compito di trasformare il dolore in un invito alla riflessione e alla speranza.

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