Temevano di veder soppresso il Monastero, per questo tre clarisse si erano barricate nella struttura affacciata sul belvedere della Costa d'Amalfi, non aprendo il portone neppure ai Carabinieri.

Ma ieri, 3 febbraio, si sono arrese e hanno accettato il trasferimento dalla sede di Ravello ad altre tre sedi: suor Maria Cristina a Napoli, suor Angela Maria a Filottrano e suor Massimiliana a Orvieto.

Dal canto suo, il commissario straordinario del monastero, padre Giorgio Silvestri, ha assicurato che non è in programma la soppressione del convento, bensì soltanto un avvicendamento delle clarisse, per favorire una nuova vitalità.

Una rassicurazione che i ravellesi sperano sia concreta, visto l'intimo legame tra Ravello e l'insediamento monastico, documentato già a partire dalla seconda metà del secolo XIII. Negli anni, la Comunità claustrale ha offerto un contributo anche nella crescita educativa di tante giovani generazioni di Ravellesi, amorevolmente accolte e formate presso l'Asilo infantile, di cui è stata per decenni uno straordinario modello pedagogico Suor Maria Cristina Fiore, che a 97 anni, inferma, è costretta ad abbandonare quella che considerava la sua casa.

«La comunità ravellese tiene al Monastero di Santa Chiara e noi naturalmente continueremo a tenere alta l'attenzione sulla vicenda», ha detto il sindaco Paolo Vuilleumier alle telecamere del Tg Regionale.

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