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Politica

Sviluppo rurale, via al nuovo bando regionale

Agricoltura campana, 60 milioni per rafforzare le filiere strategiche: al via il bando

L'Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo annuncia l’apertura del bando da 60 milioni di euro destinato al rilancio delle filiere olivicola, florovivaistica e zootecnica da pascolo. L’intervento, previsto dal CSR Campania 2023-2027, punta a promuovere modelli di sviluppo integrato, innovazione e sostenibilità per superare la frammentazione del settore e rafforzare la competitività delle imprese agricole.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 28 maggio 2025 13:54:24

«Parte il bando da 60 milioni di euro, destinato alle filiere strategiche della nostra regione. Questa è un'opportunità fondamentale per rafforzare e valorizzare settori chiave come quello olivicolo, florovivaistico e zootecnico da pascolo. Continuiamo a lavorare con impegno per costruire un futuro sostenibile e competitivo per l'agricoltura campana».

Lo ha annunciato Nicola Caputo Assessore all'Agricoltura della Regione Campania.

 

«L'Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, nell'ambito del programma di Sviluppo Rurale - CSR Campania 2023-2027 (fondo FEASR), ha attivato un intervento strategico volto a sostenere lo sviluppo di filiere regionali di grande importanza. Queste filiere, sono altamente rappresentative, affrontano sfide economiche e di gestione territoriale, che l'intervento mira a superare, contribuendo a un rilancio duraturo del settore agricolo campano».

 

L'intervento ha una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro ed individua tre filiere: olivo; florovivaismo; allevamento prevalentemente al pascolo (brado o semibrado) e selvaggina proveniente da azioni di selezione. La frammentazione delle imprese, che restano per il 99% di piccola o piccolissima dimensione, con la conseguente dispersione lungo la catena del valore a svantaggio delle imprese agricole stesse, e lo scarso coordinamento tra gli attori della filiera, a fronte della sempre crescente complessità e dinamicità dei mercati di riferimento, rendono praticamente impossibile l'accesso all'innovazione ed alle forme di collaborazione attiva sul mercato.

L'intervento sostiene, con contributi in conto capitale variabili fra il 60% ed il 100%, progetti integrati denominati "Progetti Complessi di Filiera", di importo fino a 4 milioni di euro, presentati da partenariati che possono comprendere tutti i soggetti direttamente ed indirettamente coinvolti in una delle tre filiere individuate: imprese agricole, di trasformazione e della commercializzazione; associazioni, organizzazioni dei produttori, consorzi di tutela, reti di imprese, cooperative; enti di formazione, organismi di consulenza, enti di ricerca pubblici e privati.

 

I partner di ogni progetto sottoscrivono un accordo di partenariato tra i diversi soggetti della filiera stessa. L'accordo individua il soggetto proponente (capofila), che assume il ruolo di referente nei confronti della Regione circa l'esecuzione del programma, gli obiettivi, le azioni, i tempi di realizzazione, i risultati e gli obblighi reciproci dei soggetti beneficiari, cioè delle imprese ammesse alle agevolazioni. Possono aderire all'accordo anche soggetti non destinatari di finanziamenti, ma che comunque possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi comuni del partenariato e beneficiarne dei risultati.

Ogni progetto può prevedere interventi che riguardano i singoli partner (miglioramento strutturale delle aziende, introduzione di sistemi di qualità, ecc) azioni di formazione, consulenza, introduzione di innovazioni ecc) ed interventi collettivi gestiti dal capofila: attività dimostrative, promozionali, gestione di macchine e servizi collettivi).

 

«L'attuazione di questo intervento introduce innovazioni significative dal punto di vista amministrativo e procedurale - spiega l'Assessore Nicola Caputo -. Il progetto verrà presentato, valutato e approvato in modo unitario, anche se potrà prevedere interventi diversi e coinvolgere vari beneficiari, tutti parte di un partenariato. Per la prima volta, un beneficiario potrà proporre un progetto che integra più azioni coordinate, seguendo un'idea di sviluppo unitaria e strategica per la propria impresa».

L'istruttoria avverrà in una prima fase esclusivamente sul merito e la valutazione sarà unica per il progetto nel suo insieme, basata esclusivamente su documenti necessari alla valutazione ed ad una prima determinazione della spesa ammissibile; soltanto dopo la valutazione positiva, verrà richiesto al partenariato di produrre tutta la documentazione amministrativa e tecnica; verrà adottato in tutti i casi possibili (interventi di miglioramento del capitale fondiario, acquisto di attrezzature e macchine operatrici, interventi di consulenza, formazione e diffusione delle innovazioni) un set di costi semplificati che renderà più facile e veloce sia la progettazione che la successiva istruttoria, sia di valutazione del progetto che di rendicontazione.

Sono previste le seguenti tipologie di intervento:

− investimenti materiali e immateriali nelle aziende agricole connesse alla produzione agricola primaria (ad esempio, miglioramenti fondiari, miglioramento di beni immobili, acquisto di macchinari e attrezzature, sviluppo di programmi informatici, spese generali per consulenze, etc.);

− investimenti per la trasformazione e la commercializzazione di prodotti agricoli (ad esempio, miglioramento di beni immobili, acquisto di macchinari e attrezzature, sviluppo di programmi informatici, acquisizione di brevetti, licenze, spese generali per consulenze, studi di fattibilità, etc.);

− costi per la partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e misure promozionali a favore dei prodotti agricoli (ad esempio, costi per le ricerche di mercato, ideazione e progettazione del prodotto, organizzazione e partecipazione a concorsi, fiere, mostre, spese per pubblicazioni e siti web che annunciano l'evento, per affitto dei locali e degli stand, costi relativi alla divulgazione di conoscenze scientifiche, costi delle campagne promozionali, etc.);

− progetti di ricerca e sviluppo dell'innovazione nel settore agricolo (ad esempio, spese di personale relative a ricercatori, tecnici, costi relativi a strumentazione e attrezzature, agli immobili e ai terreni utilizzati per il progetto, costi per i servizi di consulenza e formazione, spese generali, altri costi di esercizio imputabili al progetto, etc.).

 

«Il Progetto Complesso di Filiera - spiega ancora l'Assessore Nicola Caputo - rappresenta una leva strategica di grande valore per il settore agroalimentare regionale. Potrà essere replicato su altre filiere, favorendo la cooperazione tra gli attori e sostenendo investimenti che migliorino la competitività, l'innovazione e la sostenibilità. Questo approccio efficace aiuterà a superare la frammentazione del settore, ad affrontare le sfide di un mercato sempre più complesso e a rafforzare le imprese attraverso modelli di sviluppo integrato».

 

«Questo bando - conclude l'Assessore - costituisce una sfida fondamentale per l'Assessorato all'Agricoltura e il comparto agricolo campano. Un'opportunità che ci permette di adottare un modo nuovo di gestire i fondi europei, con un'ottica olistica e unitaria. Richiede capacità progettuali innovative e un approccio più efficace nella valutazione dei progetti, in linea con gli obiettivi dell'impresa agricola moderna. È un passo importante per affrontare le sfide del mercato, del cambiamento climatico e dell'innovazione, contribuendo a rafforzare il mosaico complesso della ruralità nelle sue molteplici sfaccettature».

Fonte: Il Vescovado

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