La Giunta approva il Bilancio di previsione 2005. Ora la parola passa alla Commissione consiliare e poi al Consiglio. Intanto, cresce la fronda dei no al voto. Dunque, la Giunta Messina licenzia il Bilancio di previsione: voto unanime, ma sofferto. Già preannunciati una serie di emendamenti. «Purché siano compatibili con l'impianto generale del documento contabile e con gli impegni assunti», osserva l'assessore Alfonso Laudato, soddisfatto del lavoro compiuto. Critico, ovviamente, il centrosinistra. «La montagna ha partorito il topolino. Nei prossimi giorni - afferma Francesco Musumeci - approfondiremo le varie voci, ma l'aver esonerato il presidente del Nucleo di Valutazione, il dott. Paolo Albano, tra l'altro da noi richiesto in Consiglio comunale, è ben poca cosa rispetto agli impegni che avevano assunto. Ricordo a tutti il manifesto di An sui muri della città ed il documento siglato per il "Messina bis". Invece, tagli alle cose essenziali, mentre restano al loro posto dirigenti, superdirigenti, consulenti e superconsulenti». «Parlano di tagli alle spese, ma sono solo di facciata. Lo dimostreremo in aula e prima ancora in Commissione», aggiunge Mario Salsano. A preoccupare il sindaco Messina, però, non sono i conti, ma il progressivo disfarsi della maggioranza. Da voci di corridoio pare che il numero dei dissidenti oscilli tra 9 e 10 consiglieri comunali e sia trasversale all'intera Casa delle Libertà. L'insoddisfazione maggiore si registra proprio in Forza Italia. Emilio Maddalo è il più duro: «Il programma del "Messina bis" è insoddisfacente e non tiene conto di ciò che la città chiede».