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Cava de' Tirreni, politica, piano alienazioni, opposizione

Cava de' Tirreni, Siamo Cavesi: «Piano alienazioni di Servalli è pietra tombale sul futuro della città»

Le parole di Marcello Murolo, Raffaele Giordano e Vincenzo Passa, consiglieri "Siamo Cavesi", intervenendo sul piano delle alienazioni varato dell'amministrazione comunale di Cava de' Tirreni. 

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 13 maggio 2022 10:30:07

«Con il piano delle alienazioni appena varato, l'Amministrazione mette una pietra tombale sul futuro della città di Cava de Tirreni. Nel programma di vendita del patrimonio pubblico che intende proporre al Consiglio Comunale sono stati inseriti, oltre alla biblioteca comunale, anche edifici storici e di pregio, e proprietà site in aree centrali o zone strategiche. Si tratta di un piano sbagliato, pericoloso e, forse, perfino inutile». Sono le parole di Marcello Murolo, Raffaele Giordano e Vincenzo Passa, consiglieri "Siamo Cavesi", intervenendo sul piano delle alienazioni varato dell'amministrazione comunale di Cava de' Tirreni.

«Sbagliato perché se è giusto dismettere beni non utili o funzionali alla realizzazione di servizi per la collettività, specie in un momento di grave difficoltà a cui quest'amministrazione ha portato le casse comunali, non lo è affatto disfarsi di proprietà che potrebbero rendere e non rendono. Per queste proprietà, un'amministrazione seria e rigorosa si affretterebbe a redigere un piano di valorizzazione che porterebbe risorse nelle casse dell'ente. Venderle significa innanzitutto ammettere di essere incapaci di amministrarle. Del resto, il sindaco Servalli lo ha ammesso con disarmante candore nell'ultimo Consiglio Comunale quando, ai consiglieri di Siamo Cavesi che gli chiedevano quando si sarebbe discusso del piano pluriennale di riequilibrio finanziario, ha risposto che il piano di riequilibrio era nel programma delle alienazioni degli immobili comunali e che, se fosse dipeso da lui, anche il complesso della Mediateca sarebbe stato venduto. Tradotto: non siamo capaci di farlo rendere, lo vendiamo e facciamo subito cassa.
Pericoloso perché vendere (o svendere) un'intera città, compresi beni di grande valore storico culturale e strategico significa dire addio definitivamente alla programmazione urbanistica e rinunciare ad avere (se mai questa amministrazione l'ha avuta) un'idea circa il volto futuro da dare a Cava.
C'è, infine, un aspetto ancora più preoccupante. L'Amministrazione comunale non ha detto ancora come intende intervenire sulle cause del dissesto, cioè sui meccanismi che hanno generato l'attuale disavanzo, salito nel solo ultimo anno da 40milioni di euro a 58milioni di euro. Questi meccanismi si chiamano mancanza di programmazione finanziaria, politica sbagliata della spesa, incapacità di assicurare un livello di gettito tributario sufficiente oltre che, appunto, incapacità di valorizzare le risorse a disposizione. In sostanza, l'Amministrazione Servalli dice di voler guadagnare soldi vendendo tutte le proprietà che ha (che sono di Cava, non del sindaco o dei suoi assessori), ma non dice cosa intende fare per smettere di perdere i soldi dei cittadini con i propri errori di gestione.

Il sacrificio, insomma, alla fine rischia di essere anche inutile».

Fonte: Il Portico

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