"Che c'è sotto" è l'intrigante titolo dell'assemblea popolare indetta dal Comune di Furore per lunedì 31 ottobre alle 18 nella Sala Fellini per la presentazione del sistema di intubamento e di smaltimento in condotta sottomarina dell'effluente del depuratore di Agerola, che negli anni Ottanta è valso a risanare il Fiordo.

Un'opera di grande rilevanza che, essendo interrata, non viene notata e del cui funzionamento i cittadini sono perfettamente all'oscuro.

L'incontro, dunque, mira a "coscientizzare" la cittadinanza non solo di Furore ma di tutta la Costa d'Amalfi, e vedrà la partecipazione dell'ingegner Alessandro Macchi, all'epoca direttore tecnico dell'impresa Recchi di Torino, esecutrice dei lavori.

«Un'opera - ricorda il sindaco Raffaele Ferraioli - che nessuno vede ma che è sicuramente fra le più importanti fra tutte quelle realizzate per la salvaguardia dell'ambiente».

Finanziata in due lotti sul P.S.3 della Cassa per il Mezzogiorno e realizzata con il ricorso a tecnologie d'avanguardia, funziona a servizio non solo di Agerola, ma anche di Conca dei Marini e Furore.

L'impianto consiste in due salti idraulici e in collettori in galleria per una lunghezza complessiva di circa due chilometri, che captano lo scarico dei reflui sotto il depuratore di Agerola, lo intubano e lo smaltiscono in acque profonde (350 metri dalla costa, 80 sotto il livello del mare).

Un sistema che è valso a restituire i luoghi alla loro fruibilità da oltre un ventennio e che rappresenta la dimostrazione pratica della validità tecnico-scientifica delle condotte sottomarine alternative ai depuratori.

Nel corso dell'assemblea saranno mostrate una serie di immagini relative ai lavori eseguiti all'epoca e che illustrano ciò "Che c'è sotto".