Tu sei qui: PoliticaCirielli chiama, Baldi non risponde
Inserito da (admin), giovedì 1 giugno 2006 00:00:00
Avviata la campagna elettorale del ballottaggio tra delusioni, accuse, soddisfazioni e manovre. L'on. Edmondo Cirielli non rinuncia a lanciare l'appello per una ricomposizione della Casa delle Libertà: «Rispetto alle politiche la città ci ha punito. Ciò deve far riflettere tutti. È necessaria un'assunzione forte di responsabilità e cominciare tutti insieme da questo atto. Il popolo di Cava, che resta di centrodestra e moderato, non può ancora una volta essere deluso. Per quanto riguarda An, anche dopo il voto amministrativo che ci ha visto premiati, siamo pronti a giocare la nostra carta fino in fondo».
Un appello all'unità, dunque, ed in particolare a Giovanni Baldi, che per ora non trova ascolto. Il leader dell'Udc, nel sottolineare che il suo è il secondo partito della città, ne evidenzia la tenuta: «Siamo in crescita, la gente ha compreso la nostra battaglia ed ha sostenuto i nostri candidati». Sul suo volto si legge la soddisfazione del successo personale, oltre 2.000 voti in più di quelli della lista. Per quanto riguarda il comportamento che l'Udc avrà nel ballottaggio, è più che mai chiaro: «Abbiamo avuto un utile confronto al nostro interno. Non esistono accordi né a destra, né a sinistra. Stiamo ragionando. Certamente saremo coerenti con le cose dette e fatte in questi mesi, le decisioni saranno assunte solo ed unicamente dal candidato sindaco e dai candidati al Consiglio comunale. Non esistono altri interlocutori al di fuori di questi».
Baldi teme manovre trasversali, di qui il suo alt. Intanto, nell'Udc si va costituendo un fronte anti-Galdi, segretario cittadino, accusato di non essere riuscito a coinvolgere, pur essendone l'anima, tutti gli uomini di "Progetto Cava" e della lista civica "La Frazione", i cui promotori sono emigrati in Forza Italia (Canna) e nei Repubblicani Democratici (Battuello). Marco Galdi non ha nascosto che vedrebbe positivo un riavvicinamento con i partiti della Casa delle Libertà in questa fase, ma non è convincente e presto ci potrebbe essere la resa dei conti.
Messina e Gravagnuolo, da parte loro, si preparano al ballottaggio. Ad aprire a Messina la pista nel popolo cavese è il suo "guastatore", Alfonso Laudato, che ha iniziato con il mettere in guardia gli elettori dal non permettere a Cava il ritorno del governo del centrosinistra: «Già la città ha pagato duramente l'immobilismo e l'inerzia dei governi di Fiorillo. Gravagnuolo spegnerebbe quel soffio di speranza di recupero iniziato ed avviato da Messina». Ed il candidato sindaco del centrodestra, dopo aver riflettuto sul dato elettorale, si è tuffato nella mischia con l'entusiasmo di sempre. È meno duro, ma non manca di lanciare fendenti: «Dopo il clamore delle settimane scorse, finalmente la città è chiamata a scegliere tra due uomini, due progetti, due visioni». Secondo Messina, la risposta del popolo cavese non può non essere in sintonia con il suo spirito moderato e di centrodestra. «Gravagnuolo è l'uomo delle alchimie programmatiche - afferma l'ex sindaco - basta esaminare il documento alla base del suo progetto di città. Parole, solo parole, mentre noi opponiamo la nostra concretezza. Le opere realizzate e quelle programmate sono sotto gli occhi di tutti».
È solo l'inizio della battaglia avviata. La risposta di Gravagnuolo non si fa attendere: «La città ha premiato un uomo, un progetto, una coalizione con circa il 49%,, mentre il 70% ha punito il mio avversario del ballottaggio. È questo un dato indicativo sulla volontà della città. Il nostro è un progetto realistico e frutto di attente valutazioni tra la gente, esperti e forze politiche. Siamo pronti ad amministrare nel segno della discontinuità e del mantenimento degli impegni assunti per i primi 100 giorni ed a medio e lungo termine». Gravagnuolo è soddisfatto per l'esito, ma invita tutti a tenere duro per altri 15 giorni: «Poi ci attende un impegno forte per la città». E con lui la coalizione, sempre più coesa, «frutto di una condivisione degli uomini, degli obiettivi e dei mezzi da utilizzare per realizzare la città della qualità. Per essa abbiamo lavorato in questi mesi e non ci stancheremo di farlo quando saremo chiamati ad amministrare», conclude Gravagnuolo.
Fonte: Il Portico
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