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«Da De Masi offesa gratuita al Consiglio d'indirizzo»

«Il professore non è riuscito a far passare la logica del “Festival sono io’»

Inserito da (redazionelda), sabato 21 novembre 2015 21:14:08

Riprendiamo, per dovere d'informazione, dal quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno, lettera a firma dei consiglieri d'indirizzo della Fondazione Ravello rappresentanti il Comune: Giuseppe Liuccio, Gianpaolo Schiavo e Lelio della Pietra. Di seguito testo integrale.

Dispiace che il secondo giro del professore De Masi alla testa della Fondazione Ravello sia terminato là dove era incominciato: nell'offesa gratuita e immotivata ai componenti del Consiglio Generale di Indirizzo. Più volte nel corso dei mesi trascorsi dalla sua nomina il prof De Masi, in corrispondenza interna, ma anche pubblicamente, aveva manifestato il proprio disprezzo delle professionalità, e dunque delle persone, che i Soci Fondatori avevano prescelto per essere rappresentati nel Consiglio Generale di Indirizzo, quelle stesse che, giova rammentarlo, avevano contribuito alla sua elezione, peraltro in contrasto con le indicazioni della Regione.

I Consiglieri hanno continuativamente rimarcato di non voler restare spettatori inerti di scelte altrui e, interpretando appieno le funzioni di assieme ascritte al Consiglio, erano risoluti a prendere parte attiva alla vita della Fondazione, e non con le attitudini che derivavano dalle diverse singolari professionalità, bensì con quelle discendenti dalla partecipazione all'organo collegiale. Se ciò è vero, si svelano pretestuose anche le motivazioni delle dimissioni del Presidente e di alcuni Consiglieri, dipese in tutta evidenza dallo scontro di due visioni molto diverse della governance della Fondazione, una delle quali, quella impostata sulla completa e assoluta autonomia del Presidente rispetto ai Consigli di Indirizzo e di Amministrazione, non è riuscita a farsi strada.

Del resto, è davvero poco credibile che il progetto di "fare di Ravello la Salisburgo del Sud Europa" sia stato impedito da quella che nella lettera di dimissioni è stata definita "logica politico-burocratica", e che, piuttosto, era soltanto l'osservanza delle regole che consentono a un organismo, qualunque organismo non solo la Fondazione Ravello, di procedere nella trasparenza e nella legalità. E' impensabile, inoltre, credere che personalità dello spessore e del profilo professionale dei dimissionari abbiano potuto ritenere che la natura della Fondazione, che a loro dire sarebbe sorta "proprio per funzionare con criteri e tempi e metodi tutt'altro che burocratici", avesse potuto esonerare i suoi Organi dall'ottemperanza delle norme statutarie e di quelle civilistiche, così come è inimmaginabile che essi non abbiano anticipatamente previsto la necessità di confrontarsi con "incerte risorse finanziarie spendibili".

Invece, è stata la logica del "Festival sono io" che il prof De Masi non è riuscito a far passare, e che ha condotto all'odierna situazione, dalla quale i Consiglieri di Indirizzo sono decisi a far uscire la Fondazione sollecitamente, tanto da aver invitato il Presidente in prorogatio, e in sua vece i Revisori dei Conti, a convocare il Consiglio di Indirizzo per il giorno 28 novembre con all'ordine del giorno proprio l'elezione del nuovo Presidente e dei Consiglieri mancanti. In un clima di ritrovato rispetto delle regole e dello Statuto. E per non perdere più altro tempo prezioso. Se ne è già sprecato troppo.

Fonte: Il Vescovado

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