Tu sei qui: PoliticaFondazione Ravello, Maffettone su CorMez: «Frammentazione politica ha reso difficile approvare riforme statutarie»
Inserito da (redazionelda), mercoledì 9 gennaio 2019 11:55:15
Cosa ha funzionato e cosa no nella Fondazione Ravello presieduta da Sebastiano Maffettone, piombata in una situazione di impasse negli ultimi sei mesi di gestione tanto da non riuscire a mettere d’accorso i soci fondatori (in realtà soltanto due, Regione Campania e Comune di Ravello).
A spiegarlo, dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno in edicola oggi, è lo stesso filosofo, già consigliere per la Cultura del presidente della giunta campana, è che i risultati di questo triennio di guida della Fondazione sono stati per alcuni versi buoni, anche «molto buoni», mentre per altri hanno «lasciato a desiderare». Nello specifico Maffettone ricorda «il successo artistico e culturale del triennio: i tre direttori artistici, rispettivamente Alessio Vlad (sinfonica), Laura Valente (danza e nuovi linguaggi), Mariapia de Vito (jazz) hanno potuto lavorare in piena autonomia ottenendo risultati di qualità straordinaria». Anche «la contabilità — spiega ancora l’ex presidente nella relazione — è stata sempre in ordine, con i saldi lasciati in attivo e i funzionari pubblici cui abbiamo presentato i nostri rendiconti che si sono mostrati ampiamente soddisfatti».
Quindi le doglianze: «Abbiamo avuto difficoltà nel ricorrere al finanziamento privato. Difficoltà è dovuta alle incertezze della governance, che è stata un problema permanente, e per diverse ragioni».
Primo: «Lo statuto della Fondazione presenta numerosi problemi che rendono il normale esercizio più complicato del dovuto. Tra questi, il più evidente è costituito dalla presenza di due comitati con simili funzioni decisionali (il cda o consiglio di amministrazione e il cdi o consiglio di indirizzo). Il secondo dal deficit di coordinamento tra i beni di competenza dell’istituzione (Auditorium, villa Episcopio, villa Rufolo)». Quindi: «Abbiamo tentato di coordinare la funzionalità di tali beni ma la litigiosità tra soci e la latitanza del ministero hanno reso la cosa impossibile».
Secondo: «Abbiamo cercato di rimediare a ciò presentando riforme di statuto, ma la frammentazione politica ha reso assai difficile approvarle con il consenso dei soci (Regione Campania, Comune di Ravello, Provincia di Salerno)».
Gli scontri più duri col sindaco di Ravello Salvatore Di Martino: l'ultimo il 2 giugno scorso a Salerno prima dell'inizio di un Consiglio di Amministrazione.
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Fonte: Il Vescovado
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