Tu sei qui: PoliticaGaldi è sereno e fiducioso
Inserito da (admin), martedì 27 novembre 2012 00:00:00
«Sono sereno. Ho totale fiducia nella magistratura ed attendo che faccia chiarezza sull’intera vicenda prima di pronunciare giudizi definitivi»: queste le prime battute del sindaco Galdi relativamente all’inchiesta “Tsunami 1”, che ieri ha portato a 6 arresti a Cava de’ Tirreni, tra cui quello dell’assessore Alfonso Carleo.
E proprio a proposito dell’esponente della Giunta, il primo cittadino ha commentato: «Il suo arresto, almeno stando a quanto dice il comunicato della DDA, riguarda un episodio dettagliato, ossia la realizzazione di un muro per la quale la procedura di appalto sarebbe stata avviata successivamente rispetto all’esecuzione del lavoro. Anche in questo caso, prima di pronunciarmi devo capire in che modo i nomi in ballo sono coinvolti in questa vicenda. Quando le circostanze saranno definite, si potranno esaminare le posizioni di ognuno, compresa quella di Carleo, al quale mi legano sentimenti fraterni».
Discorso diverso per un altro degli arrestati, il geometra comunale Franco Porcelli, l’unico insieme all’imprenditore Michele Russo ad essere stato tradotto in carcere. «La posizione di Porcelli è particolare, anche perché è il marito del mio assessore Assia Landi. Mi sembra di aver capito che le accuse riguardino la sua attività professionale. Il tutto, dunque, sarebbe circoscritto a questa sfera e non si riferirebbe ad un “sistema”. Ribadisco, comunque, che la responsabilità penale è personale, fermo restando pure in questo caso che bisogna capire bene in che misura le persone che hanno subito azioni restrittive della libertà siano o meno direttamente coinvolte».
Quanto, infine, all’acquisto dell’ex Cofima, vicenda per la quale ci sono già 32 indagati, tra i quali lo stesso sindaco Galdi, il primo cittadino esprime tutti i suoi dubbi: «Sono stati recapitati avvisi di garanzia sia a me personalmente che a tutti i consiglieri comunali che hanno votato la delibera relativa all’acquisizione dalla procedura fallimentare dell’area ex Cofima. Peraltro, l’avviso di garanzia è posto a garanzia dell’interessato, per cui potevamo anche evitare di parlarne, ma non siamo abituati a nasconderci dietro un dito. Sono curioso di sapere quale accusa ci è rivolta. Mi riesce difficile immaginare che sia quella di un accordo doloso, essendo difficile concepirlo da parte di un tale numero di persone. D’altronde, affinché ci sia un reato c’è bisogno di una parte favorita e di una danneggiata. Ho, quindi, difficoltà a capire chi avremmo favorito o danneggiato con questo acquisto. Da oggi sappiamo, comunque, che abbiamo la qualifica formale di indagati, sebbene non ancora imputati. Restiamo assolutamente sereni in attesa degli sviluppi del caso e fiduciosi in tutte le componenti della magistratura».
Fonte: Il Portico
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