Non è passata inosservata e neppure sotto silenzio la nomina di Geronimo La Russa - figlio del presidente del Senato, Ignazio - come consigliere designato dal Ministero della Cultura.

L'anticipazione è del quotidiano: 'La Repubblica'.

Una scelta "davvero difficile da giustificare" secondo il capogruppo Pd al Consiglio regionale della Lombardia, Pierfrancesco Majorino.

Gli esponenti del Movimento 5 Stelle alla commissione cultura di Camera e Senato parla di "saga della 'poltronopoli' di Meloni nel mondo della cultura.

"Davvero non esisteva un nome diverso e di maggiore competenza da quello del figlio di Ignazio La Russa?".

Onorio Rosati, consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra parla invece di:

"nepotismo in salsa Fratelli d'Italia, una vera e propria occupazione de facto della macchina statale".

Geronimo La Russa è un avvocato di 43 anni, alla guida dello studio legale paterno, ed è presidente di Automobile Club Milano, oltre a sedere nei cda di diverse società, tra cui la holding H14 dei tre figli minori di Silvio Berlusconi.

La nomina del numero uno spetta a Palazzo Marino, così come quella di uno dei cinque consiglieri di amministrazione; con gli altri quattro che sono tutti già stati designati: Geronimo La Russa, appunto, dal Mic; l'ex assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory ed Emanuela Carcano, nominati dalla Regione e l'ex capogruppo dem al Consiglio regionale, Enrico Brambilla, designato dalla Camera di Commercio.

Intanto Palazzo Marino ha aperto un avviso pubblico per la presentazione delle candidature nel board. La scadenza iniziale del 24 ottobre è stata prorogata una prima volta al 30 ottobre e poi una seconda volta al 3 novembre. Ora il bando è definitivamente chiuso.

Palazzo Marino però dovrebbe nominare una commissione, che dovrà valutare l'idoneità delle candidature.

Saranno tutti idonei alla fine?