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Atrani e Positano restano gli unici a non aver approvato le modifiche statutarie

Servizi sociali, Atrani e Positano contro Cava de' Tirreni: «Gestione poco trasparente»

I due Comuni ribadiscono: “Prima di procedere frettolosamente, occorre approfondire i punti su cui permangono forti perplessità”. Ma l'Ente metelliano non dà spazio a ulteriori riflessioni e avverte: “In mancanza, saranno attuate tutte le azioni nelle sedi più appropriate a tutela dei cittadini della comunità che, allo stato, non potranno usufruire dei nuovi e più efficaci servizi erogati dall’Azienda”.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), martedì 30 settembre 2025 10:18:30

Continua la tensione intorno allo statuto dell'Ascca, l'Azienda consortile per i servizi sociali Cava - Costa d'Amalfi. I sindaci di Atrani e Positano, Michele Siravo e Giuseppe Guida, accusano il Comune di Cava de' Tirreni di non accettare un vero confronto democratico sulla gestione dell'ente.

Lo scontro si è riacceso dopo che, il 1° settembre 2025, il sindaco di Cava Vincenzo Servalli ha inviato una "Nota di sollecito" ai sindaci della Costiera per invitarli "ad avviare l'iter procedurale per la convocazione dei rispettivi Consigli comunali e procedere alla deliberazione delle modifiche statutarie. In mancanza, saranno attuate tutte le azioni nelle sedi più appropriate a tutela dei cittadini della comunità che, allo stato, non potranno usufruire dei nuovi e più efficaci servizi erogati dall'Azienda".

Le motivazioni addotte da Cava parlano di un blocco operativo: "La mancata approvazione delle modifiche statutarie da parte dei suddetti due Comuni ha prodotto una paralisi nel funzionamento dell'Azienda, che è impossibilitata ad operare attraverso i suoi organi (Assemblea e CdA)". E ancora: "Il perdurare di tale situazione oltre ad essere di grave pregiudizio per la migliore e più efficace erogazioni di servizi essenziali per le comunità consorziate (90.000,00 abitanti) è anche fonte di responsabilità concertantesi in un'omissione (mancata convocazione dei consigli comunali da parte di Atrani e Positano, rilevante sul piano penale, civile e amministrativo oltre ad essere in aperta violazione dello statuto vigente)".

Ma le comunità della Divina non ci stanno. A detta di Atrani e Positano, lo stallo sarebbe dovuto a discordanze tra gli atti approvati nei Consigli comunali e quelli sottoscritti davanti al notaio, mai veramente risolte.

Per Siravo e Guida, un aspetto essenziale è che Cava, in qualità di Comune capofila, deve continuare a far funzionare il Piano di Zona S2, ancora pienamente vigente. "Peraltro, si rammenta che con delibera n. 1 del 28 gennaio 2025 (avente ad oggetto "Rafforzamento e qualificazione dell'Ufficio di Piano"), l'Ambito S2 ha già formalmente avviato un processo di potenziamento della struttura amministrativa del Piano di Zona. È pertanto necessario dare immediata attuazione a tale delibera, mettendo in campo le azioni organizzative e gestionali conseguenti, così da rendere effettivo il rafforzamento previsto e garantire continuità, efficacia e tempestività nell'erogazione dei servizi sociali", scrive il Comune di Atrani. E ancora: "Una cessazione affrettata del Piano di Zona, in assenza di una governance pienamente strutturata e che assicuri la continuità delle proprie attività, comporterebbe inevitabilmente un vuoto di potere gestionale, rischi per la continuità dei servizi, responsabilità amministrative e potenziali contenziosi".

Le contestazioni di Atrani

Il consiglio comunale di Atrani aveva approvato gli schemi di atto costitutivo e statuto il 12 marzo 2024, con successiva sottoscrizione davanti al notaio il 27 maggio. Secondo Siravo, però, nel rogito notarile sarebbero emerse modifiche non corrispondenti al voto consiliare, soprattutto per quanto riguarda il fondo di dotazione: l'atto prevedeva 619.962 euro (circa 7 euro per abitante), ma nella versione modificata si scenderebbe a 26.569,80 euro (circa 0,90 euro per abitante).

"Mancano motivazioni tecniche, pareri del revisore dei conti e valutazioni di sostenibilità", denuncia, inoltre, Siravo.

Altro punto critico, quello del direttore generale: lo statuto parla di iscrizione all'albo nazionale, mentre la normativa regionale impone l'iscrizione all'albo regionale. Atrani ricorda che la Regione, con nota ufficiale, ha ribadito l'obbligo, pena sanzioni fino a 15mila euro.

La risposta ufficiale di Atrani alla nota di Servalli sottolinea: "Anzitutto, non risultano adeguatamente esplicitate le motivazioni che giustificherebbero la modifica ora proposta, né tantomeno è indicato con chiarezza il soggetto proponente o i soggetti proponenti".

E aggiunge: "In fase costitutiva di un'Azienda Speciale Consortile per la gestione associata dei servizi sociali sarebbe opportuno corredare gli atti deliberativi del Consiglio Comunale di idonea documentazione tecnico-finanziaria... Sussistendo più opzioni, sarebbe stato opportuno motivare la scelta dell'Azienda Speciale Consortile evidenziandone la convenienza rispetto agli altri possibili modelli di gestione".

 

La posizione di Positano

Dal canto suo, Positano mantiene una linea simile: "Il Comune di Positano non ha alcun motivo per non procedere all'approvazione di eventuali modifiche richieste in Consiglio Comunale... tuttavia, ritiene opportuno, prima di procedere frettolosamente, approfondire alcuni punti sui quali permangono forti perplessità. Perplessità più volte manifestate durante le interlocuzioni successive e per le quali lo scrivente ha richiesto ulteriori incontri proprio per evitare tale situazione di stallo, senza però aver alcun riscontro".

Il sindaco Guida rincara: "Occorre ancora sottolineare che l'Azienda, così come costituita, può operare, e le eventuali modifiche non incidono sul corretto funzionamento, e che pertanto alcuna responsabilità si può addebitare al Comune di Positano: responsabilità che probabilmente si possono addebitare al Comune di Cava de' Tirreni nella precedente gestione del Piano di Zona, che da fiore all'occhiello a livello nazionale... è stato negli ultimi anni gestito con superficialità e scarsa professionalità".

 

La replica di Cava

A queste prese di posizione, il sindaco Servalli ha risposto in maniera breve: "Con riferimento alle Vs. pec cui all'oggetto: se ne prende atto. Colgo l'occasione per sollecitare gli adempimenti dovuti... Ulteriori ritardi procurano danni ai Comuni Consorziati". Insomma, chiedendo ai due Comuni di approvare le modifiche allo statuto senza dare spazio ad ulteriori riflessioni.

La nuova nota di Atrani e Positano (12 settembre 2025)

Con un documento congiunto, i due Comuni hanno accusato il capofila di aver ignorato rilievi puntuali e la richiesta di un incontro istituzionale. "In uno Stato democratico, il confronto non è una concessione, ma un dovere: negarlo significa indebolire le istituzioni, svilire il ruolo dei Consigli Comunali e trasformare il capofila da garante in ostacolo".

Ancora più duro il passaggio sul ruolo del Presidente, il sindaco di Ravello: "In quanto espressione diretta della Costiera Amalfitana dovrebbe farsi garante e difensore degli interessi della Costiera. Un eventuale allineamento passivo al Comune capofila finirebbe per apparire come una scelta lesiva degli interessi della Costiera".

E ancora: "Il Presidente dovrebbe essere il primo a spingere affinché il Piano di Zona continui a funzionare pienamente, almeno nell'attesa che vengano chiariti e corretti gli errori e i gravi dubbi amministrativi che gravano sull'Azienda Speciale ASCCCA. È inaccettabile che, ad oggi, non sia ancora stata attuata dal Comune capofila la delibera di potenziamento dell'Ufficio di Piano, unica strada per garantire servizi sociali concreti e adeguati ai cittadini della Costiera".

Il documento si chiude con un appello a un confronto serio e democratico, al quale il sindaco di Cava non avrebbe ancora replicato.

Una questione irrisolta...

Il sindaco di Atrani, Michele Siravo, accusa: "Il ruolo del Comune capofila, Cava de' Tirreni, è apparso alquanto evanescente. È mancato il necessario coordinamento, e il Comune ha persino indirizzato comunicazioni alla Conferenza dei sindaci, organismo privo di valore legale e mai delegato a trattare i servizi sociali".

E aggiunge: "In pubblica amministrazione contano gli atti: i soli rappresentanti legittimi restano i sindaci, ciascuno nella pienezza del proprio mandato. Questo vale, perlomeno, per il Comune di Atrani".

Secondo i due primi cittadini, il comportamento dell'ente metelliano "dimostra la scarsa attenzione del Comune capofila verso i servizi sociali, che invece meritano impegno, responsabilità e rispetto per i cittadini più fragili dell'ambito. Ogni danno non potrà essere imputato ai Comuni che hanno esercitato con responsabilità il proprio diritto di proposta".

Fonte: Il Vescovado

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