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M5S contro Fratelli d'Italia e Udc: “Salvaguardare i territori”, “No a strutture insicure”

Punti nascita, scontro politico: Cammarano li difende, Polichetti li contesta

Il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per contrastare la chiusura dei punti nascita di Polla, Sapri, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca. Il presidente della commissione Aree interne, Michele Cammarano (M5S), denuncia: “Non possiamo permettere che intere comunità vengano private di un servizio essenziale per mere logiche contabili”. Duro attacco del senatore Antonio Iannone (FdI) alla Regione: “De Luca e il PD chiedano la deroga, basta chiacchiere”. Il responsabile sanitario dell’Udc, Mario Polichetti, difende invece le chiusure: “Non sono sicuri, servono ospedali con numeri adeguati per garantire la sicurezza delle partorienti”.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 12 marzo 2025 08:52:20

Il Consiglio regionale della Campania ha approvato all'unanimità un ordine del giorno per contrastare la chiusura dei punti nascita di Polla, Sapri, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca. A dare l'annuncio è il presidente della commissione Aree interne e capogruppo regionale del M5S, Michele Cammarano, che esprime forte preoccupazione per la sorte di questi presidi sanitari fondamentali.

"È inaccettabile che il Governo nazionale vincoli l'uscita della Campania dal Piano di rientro sanitario alla dismissione di strutture fondamentali per le comunità locali", dichiara Cammarano. "Questa decisione non tiene conto delle caratteristiche orografiche dei territori e delle difficoltà di percorrenza verso ospedali alternativi, che in molti casi comporterebbero tempi di trasferimento incompatibili con situazioni di emergenza".

Il consigliere regionale M5S chiede quindi un intervento immediato: "Chiediamo al Governo di rimuovere la chiusura dei punti nascita come condizione per la fuoriuscita dal Piano di rientro e di valutare invece soluzioni che garantiscano il diritto alla salute e alla sicurezza delle donne e dei bambini. Non possiamo permettere che intere comunità vengano private di un servizio essenziale per mere logiche contabili".

 

Di parere opposto è il senatore di Fratelli d'Italia, Antonio Iannone, che accusa il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il Partito Democratico di strumentalizzare la questione senza agire concretamente. "E’ tempo di campagna elettorale e c'è chi vuole farla sul nulla. Ecco che ritorna la questione del punto nascita di Sapri", dichiara il senatore.

Iannone sottolinea che la chiusura dei punti nascita con un numero di parti annuo inferiore a 500 è prevista dalla Legge Balduzzi del Governo Monti, ma evidenzia che la Regione potrebbe chiedere una deroga: "La stessa Legge Balduzzi dice, però, che è possibile derogare se la deroga viene chiesta dalla Regione, che deve impegnarsi a mantenere i servizi per partorire in sicurezza. Già anni fa De Luca e il PD sono stati smascherati perché non volevano chiedere la deroga e cercavano di far passare il messaggio secondo cui era il Governo a chiudere il Punto Nascite di Sapri".

Secondo il senatore di Fratelli d'Italia, la Regione Campania dovrebbe concentrarsi su azioni concrete: "Gli Amministratori e i Comitati devono pretendere che la Regione produca la motivata e sostanziata richiesta di deroga. No a passerelle e chiacchiere per fare politica politicante sulla pelle dei cittadini, ma atti concreti, quelli previsti dalla Legge".

 

A intervenire sul dibattito è anche Mario Polichetti, responsabile nazionale del dipartimento Sanità per l’Udc, che difende la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno per motivi di sicurezza. "È un atteggiamento demagogico, tipico di chi si appresta all’appuntamento elettorale, quello di affermare cose che non trovano riscontro nelle evidenze scientifiche", afferma Polichetti.

"I punti nascita con meno di 500 parti annui vanno chiusi perché non rappresentano una garanzia per le pazienti. In queste strutture manca l’expertise e l’esperienza necessaria per gestire gravidanze e parti in sicurezza. Se si lavora poco, si ha inevitabilmente meno esperienza, ed è per questo che il Ministero ha stabilito la chiusura di questi punti nascita", spiega.

Polichetti critica chi si oppone alla chiusura, accusandolo di fare propaganda politica a scapito della salute pubblica: "Chi si oppone alla chiusura di questi punti nascita ignora il principio fondamentale della sicurezza delle partorienti. Un alto numero di parti garantisce maggiore professionalità e qualità delle prestazioni erogate. La stessa logica vale per le patologie oncologiche: chi ha una casistica ridotta non può offrire gli stessi standard di chi gestisce un numero elevato di interventi. La competenza si costruisce con l’esperienza".

Infine, Polichetti propone di investire nel Servizio di Trasporto Assistito Materno (Stam) come soluzione alternativa alla chiusura dei punti nascita: "È necessario potenziare il trasporto assistito per le gestanti, trasferendole presso centri con numeri adeguati e personale altamente qualificato. Questo è il modo corretto di tutelare la salute delle mamme e dei neonati, non certo mantenendo aperti punti nascita privi dei requisiti di sicurezza".

Il dibattito resta aperto, con posizioni divergenti tra chi difende il mantenimento dei punti nascita nei piccoli centri e chi, invece, ne sostiene la chiusura in nome della sicurezza e della qualità dell’assistenza.

Fonte: Il Vescovado

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