Può essere solo il blasone di una grande del calcio come il Real Madrid - a spaventare e spazzare via le velleità di una squadra rinata grazie al denaro degli sceicchi - alias Manchester City?

A fare la figura della squadra inesperta è stata proprio la finalista di Champions League dello scorso anno: come col Chelsea il grande gioco di Guardiola espresso dai Citizens si concretizza poco e, allo stesso tempo, la difesa non permette quasi mai alla squadra di dormire sonni tranquilli.

Dopo lo scoppiettante 4-3 all'Ethiad Stadium di settimana scorsa le premesse per ripetere anche al Bernabeu i "fuochi d'artificio" visti in terra inglese sembravano non esserci: il rientro di Casemiro per i blancos e di Walker e Cancelo per i citizens tranquillizzavano entrambe le difese a più miti consigli.

E i primi 45 minuti di gioco sembravano dar ragione agli analisti del pallone, nonostante le diverse occasioni da gol confezionate da entrambe le squadre: si rimane però sullo 0-0 e tutti negli spogliatoi.

Il secondo tempo è un capolavoro di colpi di scena quasi come quelli vissuti all'andata: il Real parte subito a razzo con lancio di Modric per Carvajal che dalla destra mette in mezzo per Vinicius che sbaglia clamorosamente il tiro calciando a lato davanti ad Ederson.

Intanto Carlo Ancelotti effettua la prima sostituzione della partita, sarà quella che si rivelerà decisiva: fuori Kros per Rodrygo.

Il City risponde con Zinchenko per un Walker stremato dalla fatica e Gundogan per un De Bruyne non al meglio della condizione.

Proprio il centrocampista turco appena entrato, Gundogan, avvia l'azione del gol del vantaggio chiusa da Mahrez con un bel tiro di sinistro sul primo palo che fulmina il portiere madrileno.

E' il 73° e la partita sembra messa in ghiaccio dagli uomini guidati da Pep Guardiola: 2 gol di vantaggio - nell'ottica del doppio confronto- e solo una ventina di minuti a disposizione per i blancos per tenere vive le speranze di staccare il biglietto per la finalissima di Parigi.

Invece è ancora il City a rischiare il raddoppio: Grealish - Mister 100 milioni di sterline - sfiora il gol per due volte mentre il cronometro segna sempre l'86° minuto: la prima volta entra in area dalla sinistra calciando in porta ma a Courtois battuto trova il salvataggio sulla linea da parte di Mendy, mentre sulla seconda è lo stesso portiere belga a deviare in angolo con un intervento prodigioso.

Da un eroe mancato - Grealish - per il City, all'eroe del Real Madrid che non sbaglia le sue due occasioni: Rodrygo.

Il suo primo gol arriva girando di piede un cross di Benzema dalla sinistra: 1-1 all'89°.

Ma non è finita: non passa che un minuto che l'eroe della serata si ripete stavolta incornando di testa l'assist dalla destra da parte di Carvajal. E' il 2-1 che porta le squadre oltre i tempi regolamentari mentre lo stadio Bernabeu è in estasi e le due contendenti ai supplementari ci arrivano con sentimenti differenti: i blancos sulle ali dell'entusiasmo e i citizens con il morale sotto i tacchi.

Pronti via e la psicologia non disattende le previsioni: Benzema su assist di Vinicius impegna Ederson.

Al 93° c'è rigore per il Real Madrid per l'atterramento di Benzema: lo stesso capitano - probabile vincitore del prossimo pallone d'oro - realizza spiazzando Ederson che già aveva subito il cucchiaio - sempre su penalty - a Manchester.

Nel secondo tempo supplementare i tentativi del City sembrano sempre più velleitari con Sterling - inserito da Guardiola nella contesa - più confusionario che decisivo e con il solo Cancelo che sembra mantenere lucidità nello sviluppo del gioco. Ma non basta ai citizens. Il tempo scorre inesorabile sancendo ancora una volta che in finale ci va Mister Carlo Ancelotti, un allenatore che quando calca i palcoscenici della Champions League sembra stare nella propria comfort zone.

O nel proprio salotto di casa.

Liverpool e Klopp sono avvisati.

On va à Paris.

Fonte foto: UEFA