di Enzo Mammato

Sembrava tutto scritto, e invece il calcio, ancora una volta, ha cambiato il finale. La Sampdoria resta in Serie B al termine di una stagione folle, salvata da un destino beffardo per altri ma generoso con i blucerchiati: la squalifica del Brescia ha riaperto scenari inattesi, e la vittoria nei playout contro la Salernitana ha fatto il resto.

Ma non è solo fortuna. È stata una vera e propria "Operazione Nostalgia", messa in atto da una dirigenza e uno staff tecnico che conoscono la Sampdoria nel profondo. A guidare il rilancio, Andrea Mancini, figlio del grande Roberto, accompagnato da una panchina piena di ex blucerchiati: Alberico Evani, Attilio Lombardo, Angelo Gregucci. Uomini che hanno vissuto la maglia con onore, prima da calciatori e ora da tecnici.

La squadra non si è risparmiata: nei 180 minuti dei playout ha messo più del cuore, ha tirato fuori l'orgoglio di una città, Genova, e la voglia di non sprofondare. Una coralità che ha fatto la differenza. La Salernitana, invece, è sembrata svuotata, smarrita, incapace di reagire: la B se l'è persa sul campo, la Samp l'ha conquistata con sudore.

Oggi, a Genova, si respira un'aria diversa. La salvezza non è un punto di arrivo ma una rampa di lancio. La proprietà guidata da Matteo Manfredi ha confermato la fiducia a un gruppo di lavoro che ha dimostrato di avere idee chiare e visione.

Il progetto è quello di far "rimbalzare" la Samp: prima salvezza, poi promozione. Con una missione nel cuore: riportare i blucerchiati dove meritano di stare, in Serie A.

Ora inizia un altro campionato, fatto di programmazione, fame e identità. Ma questa volta, con un'anima sampdoriana forte in campo e fuori, la sensazione è che nulla sia impossibile.

Foto Enzo Mammato: Massimiliano D'Uva

Foto partita Salernitana Sampdoria: U.C. Sampdoria pagina Facebook