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Alessandro Di Battista: i politici 'dilettanti allo sbaraglio' hanno raso al suolo il Paese

Inserito da (admin), venerdì 8 luglio 2016 11:54:21

Di seguito il post di Alessandro Di Battista: "Il 22 gennaio scorso il "premier non eletto da nessuno" dichiarava: "MPS è risanata, ora investire è un affare". Magari tanti italiani ascoltandolo hanno investito. È stato un affare per loro? Questi politici sono dilettanti allo sbaraglio e hanno raso al suolo il Paese. Non so quando voteremo, girano tante voci. Ma avremo la nostra occasione. A riveder le stelle!" ----------------------------------------------------------------------------------------------- Per comprendere cosa sia accaduto al Monte Paschi di Siena, banca dal 1472, bisogna fare un passo indietro (2005/2006) e tornare ad una vicenda che poco o nulla ha a che fare con la Banca di Siena: Bancopoli con la tentata scalata di Banca Antonveneta da parte della Banca Popolare di Lodi (divenuta poi Banca Popolare Italiana). La materia è tecnica e potrebbe annoiare e noi ne approfittiamo per fare un brevissimo riassunto escludendo tutte le vicende giudiziarie che hanno portato anche condanne in via definitiva di diversi personaggi della politica e della finanza italiana. Nel 2005 si avvia un complesso processo di scalata interna, autorizzata dalla Banca d'Italia, alla Banca Antonveneta. In concorrenza tra loro due 'fazioni', una italiana formata anche da Popolare di Lodi e una Olandese (ABN Amro ma poco importa per la nostra tesi). Il valore all'epoca della scalata ad Antonveneta si aggirava attorno ai 2Mld di Euro (vi preghiamo di considerare questi importi come di riferimento e non corrispondenti alla precisa realtà). Si avviò un processo per aggiotaggio ed insider trading che vide soccombere la cordata italiana ed anche l'ex Governatore dell'epoca di Banca d'Italia, Antonio Fazio, insieme all'AD Giampiero Fiorani. ABN Amro si aggiudica la Banca Antonveneta ma viene a sua volta, siamo nell'estate 2007, scalata (cioè acquistata) dal consorzio Royal Bank of Scotland - Banco Santander - Fortis, e nello "spezzatino finanziario" che ne deriva Antonveneta finisce al Banco Santander, costo dell'operazione 4,5 miliardi di euro (valore sempre aleatorio e senza nessun riscontro preciso, solo per dare a grandi linee una valorizzazione dei numeri in campo vicina alla realtà, alcune fonti diranno 8,5 miliardi che resta comunque un operazione dai risvolti oscuri). Non passano che pochi mesi che il giorno 8 novembre del 2007, il Monte dei Paschi di Siena annuncia di aver raggiunto un accordo con Banco Santander per l'acquisto di Banca Antonveneta per 9 miliardi di euro, esclusa la controllata Interbanca che rimane di proprietà della banca spagnola. La fusione terminerà solo a fine aprile 2013 quando la banca Antonveneta viene completamente assorbita dal Monte dei Paschi. La politica italiana si giustificherà, per questo disastro finanziario, adducendo di aver voluto riportare in mano italiana una banca storica come l'Antonveneta, salvo poi averne distrutto il brand inglobandola nella più grande Monte Paschi di Siena (ricordiamo che il controllo della Banca di Siena è sempre stato in mano alla Sinistra politica italiana) che a sua volta si giustificherà con un "volevamo coprire un gap che avevamo nel Nord Est dell'Italia". Con tutto il rispetto avrebbero potuto acquistare piccoli istituti, oppure aprire filiali ex novo invece di acquistare una Banca così grande che aveva grandi sedi nelle stesse aree di azione del MPS. I fatti riassunti sono che Banca Antonveneta sarebbe potuta diventare parte di un gruppo italiano, Unipol - Popolare di Lodi, per poco più di 2 miliardi di euro, che la politica italiana ha consentito (a torto o a ragione poco ci interessa) che venisse acquistata da una cordata straniera per poi essere rivenduta solo in parte a più di 4 volte il suo valore (9 miliardi di euro al Monte Paschi). Se a questa premessa aggiungiamo che la capitalizzazione del Monte Paschi di Siena in quel periodo era di circa 14 Miliardi di euro capiremo perfettamente quali difficoltà abbia incontrato l'istituto nel proseguire nella sua normale attività di "banca del territorio". In 500 anni di storia non ci sono riuscite due guerre mondiali a distruggere la grande banca che era il Monte Paschi di Siena, ci sono riusciti i cialtroni che fin qui ci hanno governato. A sua discolpa Renzi ed il suo Governo, che in altre banche ha ben altre responsabilità, è solo l'ultimo arrivato nel partito che ha spinto nel baratro il nostro Paese.

Fonte: Booble

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