Tu sei qui: TecnologiaLa grandine non ferma Il Cinema Ritrovato
Inserito da (admin), domenica 23 giugno 2019 14:27:17
Bologna. La forte grandinata di ieri, 22 giugno, non ha ostacolato la prima giornata de Il Cinema Ritrovato e contro ogni previsione meteo la proiezione in Piazza Maggiore di Miracolo a Milano si è svolta senza problemi. Il film di Vittorio De Sica, vincitore a Cannes della Palma d’oro nel 1951, è stato recentemente restaurato da Cineteca di Bologna e Compass Film nel laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire dal negativo camera e da un controtipo positivo d’epoca. A presentare il risultato di questo lavoro è stata Emy De Sica, figlia del regista, che ha raccontato di amare particolarmente questa pellicola perché da bambina le sembrava la meno drammatica. Vittorio De Sica, infatti, all’epoca aveva già girato Sciuscià e Ladri di Biciclette, entrambi insigniti del Premio Oscar per il miglior film straniero, ma forse troppo impegnativi per una ragazzina di undici anni. Tratto dal romanzo di Cesare Zavattini Totò il buono, Miracolo a Milano è una favola, seppure realista, che affronta le vicende di una comunità di vagabondi che vive serenamente in una baraccopoli dove tutti si aiutano e sono collaborativi, finché non si scopre che in quella zona c’è il petrolio. Il ricco signor Mobbi, proprietario del terreno, impone così lo sgombero. Il miracolo del titolo, frutto di una colomba divina in grado di esaudire qualsiasi desiderio, non si realizza, perché la gente è intenta a chiedere cose materiali (abiti, pellicce, denaro) prima dei bisogni collettivi. Solamente sul finale, a cavallo di una scopa, i poveri, guidati da Totò (protagonista del film), voleranno "verso un paese dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno". Riproporre Miracolo a Milano nel 2019 fa riflettere sul nostro passato, sulla storia urbanistica dell’Italia (si pensi a quante aree rurali siano state trasformate nel dopoguerra in quartieri dormitori di dubbio valore estetico), e su quella povertà che nel corso del tempo ha cambiato nome e tratti somatici ma non ha mai smesso di esistere. Il film fu amato all’estero, ma non fu accolto bene dalla critica italiana, in particolare, ha ricordato Emy De Sica, Guido Aristarco si scagliò contro suo padre e Zavattini perché il petrolio apparterrebbe allo stato e non ai privati, senza capire che si trattava di una favola. Guardando oggi Miracolo a Milano si trovano riferimenti a film più recenti che probabilmente hanno tratto ispirazione dalla pellicola di De Sica. La citazione più famosa è quella di Steven Spielberg che si è ispirato esplicitamente al finale di Miracolo a Milano in E.T., nella scena in cui i ragazzini prendono il volo in bicicletta. L’uomo meteorologico appeso alla finestra del sig. Mobbi invece ricorda il ragionier Ugo Fantozzi che fa da parafulmine al Megadirettore Galattico. È, però, la filmografia del finlandese Aki Kaurismäki che sembra più vicina a Miracolo a Milano: per la costruzione dei personaggi, l’ambientazione bohémien e la morale di fondo. Vengono in mente titoli come Miracolo a Le Havre e L’uomo senza passato: nel primo un lustrascarpe (sciuscià) cerca di aiutare un ragazzo immigrato illegalmente, mentre nel secondo film un saldatore, che ha perso la memoria, è soccorso da un gruppo di baraccati. In entrambi però è la bontà di fondo della povera gente a guidare le scelte. Nessun regista italiano ha influenzato il cinema internazionale come Vittorio De Sica. Il suo neorealismo, più ancora di quello di Rossellini, ha fatto scuola e forse continua a farla, dall’Iran al Bengala. Ladri di Biciclette, Umberto D. in particolare sono pellicole che a livello narrativo e stilistico raccontano un dramma attraverso il semplice pedinamento di un personaggio con la macchina da presa. La coppia De Sica e Zavattini senza essere introspettiva o psicologica, ma mettendosi di fianco ai personaggi, è riuscita a catturare l’anima, le sofferenze, le paure e i bisogni di un essere umano. La programmazione odierna in Piazza Maggiore prevede la proiezione di Easy Rider di Dennis Hopper con Peter Fonda e Jack Nicholson. È un film on the road, emblema della New Hollywood, che ha fatto sognare generazioni di motociclisti.
Fonte: Booble
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