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Tu sei qui: Territorio e AmbienteDa Massa Lubrense a Capri e Ischia: l'emozionante viaggio della Foca monaca nel Golfo di Napoli

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L'appello di ISPRA e delle Amp Punta Campanella e Regno di Nettuno: "Segnalare avvistamenti ma senza disturbare in alcun modo l'animale".

Da Massa Lubrense a Capri e Ischia: l'emozionante viaggio della Foca monaca nel Golfo di Napoli

ISPRA e le aree marine protette di Punta Campanella e Regno di Nettuno invitano cittadini, diportisti e pescatori a segnalare la sua presenza ma a non disturbare in alcun modo l'animale. Prelevati i campioni per analisi di DNA ambientale

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), sabato 24 maggio 2025 08:35:27

Il 25 aprile a Massa Lubrense nell'Amp Punta Campanella. Il 1 e il 10 maggio a Capri, il 12 nel Regno di Nettuno a Ischia. Quattro avvistamenti in poche settimane. La foca monaca è ricomparsa nel Golfo di Napoli. ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e Amp Punta Campanella, luogo del primo avvistamento a Massa Lubrense, seguono la vicenda sin dall'inizio. Ora si è aggiunta anche l'Area Marina Protetta Regno di Nettuno dopo l'ultimo video che immortala la foca monaca mentre caccia e mangia una murena nel mare di Ischia. Le 3 istituzioni sono già partner del progetto europeo Life Sea Net, coordinato da Legambiente, che ha proprio l'obiettivo di monitorare e tutelare i siti marini di Natura2000, la più estesa rete di aree protette al mondo. Gli avvistamenti sono avvenuti tutti in zone protette che rientrano proprio nella rete europea di tutela.

Già avviati i primi campionamenti nei luoghi dove è stata vista la foca monaca per effettuare analisi di DNA ambientale che potranno essere utili ai ricercatori.

"Invitiamo tutti i cittadini, in particolar modo diportisti, pescatori, diving, a segnalare eventuali avvistamenti. Importante monitorare questo esemplare solitario, che sembrerebbe essere lo stesso visto prima a Punta Campanella e poi a Capri e nel Regno di Nettuno a Ischia. Ma allo stesso tempo è fondamentale non disturbarlo in alcun modo, non seguirlo, non avvicinarlo a meno di 50 metri, non infastidirlo con rumori e movimenti bruschi- l'appello lanciato da ISPRA e dalle 2 aree marine protette del Golfo di Napoli- Per il monitoraggio e la tutela della specie è senz'altro positivo che ricercatori e istituzioni vengano a conoscenza dei siti che frequenta e dei suoi spostamenti, ma in modo discreto e senza interferire in alcun modo con l'esemplare".

Oltre a segnalare eventuali avvistamenti, anche tramite un'app di Citizen Science come quella del progetto Life Sea.Net, i cittadini sono invitati a contattare l'ISPRA per fornire ulteriori dettagli e validare l'avvistamento. La scienza che coinvolge il cittadino con le sue segnalazioni che sono sempre piu importanti per la ricerca e la tutela di specie a rischio. È importante che tutti siano sensibilizzati sull'assoluta necessità di salvaguardare un mammifero a rischio critico di estinzione come la foca monaca, sterminata dall'uomo nei secoli scorsi arrivando a un passo dalla scomparsa definitiva. Le stime indicano una popolazione di meno di mille esemplari.

"Il ritorno nel Golfo di Napoli, in particolare nelle aree marine protette e nei siti Natura2000, dimostra l'efficacia di tutelare ampie zone di mare ed è un evento naturalistico di grande rilevanza che impone a tutti la massima attenzione nei confronti di questa specie che da decenni aveva abbandonato questi luoghi" osservano ricercatori ed enti di tutela. Non è facile ricostruire con precisione la presenza della foca monaca in queste zone di mare. Ma alcune certezze ci sono. Citata già in antichità da greci e romani, era diffusa nel Golfo di Napoli. Antichi autori romani ne riportano la presenza nelle grotte di Posillipo. Alcune interpretazioni fantasiose sostengono che le mitiche Sirene di Ulisse non fossero altro che foche. Norman Douglas, lo scrittore inglese che nel 1911 scrisse un libro sulla penisola sorrentina, "Siren Land" (La terra delle Sirene), le cita chiaramente e ne prevede anche la scomparsa, scrivendo del "bove marino, o foca monaca, un mostro buono che aveva l'abitudine di frequentare le caverne del Tirreno ma che presto sarà scomparso".

A Capri, appena un anno dopo, nel 1912, fu scattata una foto di quella che all'epoca fu considerata l'ultima foca monaca dell'isola, uccisa su di una spiaggia. Testimonianze passate di vecchi pescatori della penisola sorrentina raccontano che fino agli anni '30-'40 del secolo scorso la foca monaca era ancora presente in zona. Alcuni, in tempi più recenti, giurano di averla avvistata nella Baia di Ieranto 50 anni fa.
Poi più nulla, nessuna foto, nessuna segnalazione. Fino al 2023, quando alcuni diportisti la ripresero in mare aperto tra Capri e Punta Campanella. Un primo timido segnale, ma isolato. Ora 4 avvistamenti in poche settimane, tutti corredati da video che non lasciano dubbi. La foca monaca è tornata a frequentare queste acque e queste coste, per quanto tempo lo farà non è dato saperlo.

"Ora sta a tutti noi, cittadini, diportisti, lavoratori del mare, pescatori, istituzioni, fare in modo di proteggere la specie e lasciargli la possibilità di vivere di nuovo dove sceglierà di farlo, senza costringerla a scomparire ancora una volta" l'appello finale di ricercatori e delle aree marine protette di Punta Campanella e Regno di Nettuno.

Fonte: Positano Notizie

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