Tu sei qui: AttualitàAnagrafe Canina, dal 10 gennaio in Campania i cani senza microchip diventano di proprietà del Sindaco anche se non sono randagi
Inserito da (PNo Editorial Board), martedì 9 gennaio 2024 11:06:07
Dal 10 gennaio, in Campania, con l'entrata in vigore della riforma della legge regionale n. 3/19, cambiano le regole di iscrizione all'anagrafe canina.
Infatti, in considerazione degli aggiornamenti normativi europei e ministeriali che rendono la tracciabilità degli animali d'affezione più stringente, la banca dati regionale - Anagrafe Canina Campania (BDU), in cooperazione applicativa con la banca dati Nazionale "SINAC", è stata implementata con nuove funzioni che saranno operative sul sistema a decorrere dal 10 gennaio.
L'articolo 63 della Legge regionale del 29/12/2022 n.18, che ha modificato ed integrato alcuni commi e lettere della Legge n. 3/2019, ha reso più stringenti gli elementi richiesti per la tracciabilità, consentendo alle autorità competenti di sanzionare non solo chi cede a qualunque titolo un cane privo di tracciabilità, ma anche colui che lo acquisisce senza microchip e non è in grado di fornire elementi per risalire al cedente.
In parole povere, se il proprio cane non ha ancora il microchip dell'anagrafe canina, e non è possibile dimostrarne la provenienza, c'è tempo soltanto fino ad oggi, 9 gennaio, per farlo senza incorrere in problemi. È possibile, infatti, registrare un cane regolarmente all'anagrafe solo se si è in grado di dimostrare la provenienza dell'animale, comunicando il codice fiscale della persona che lo ha ceduto con il numero del chip e la data di nascita della madre.
Se al momento della richiesta di iscrizione all'anagrafe canina non si è in possesso di questi dati, il medico veterinario applica il microchip, ed effettua la registrazione in BDU, stampando solo il modello di richiesta d'iscrizione (e non il certificato). La registrazione potrà essere completata presso gli uffici dei servizi veterinari territorialmente competenti, che saranno già informati attraverso un "alert" generato in automatico sulla home page della Anagrafe Canina. Il certificato definitivo sarà generato dall'Asl, dopo aver provveduto ad elevare le eventuali sanzioni al responsabile della mancata tracciabilità (circa 300 euro).
Ma facciamo un altro esempio: se si è proprietari di una cagna e non la si iscrive all'anagrafe, quando questa avrà i cuccioli, essi non potranno essere "dichiarati" e quindi la persona che li adotterà andrà incontro a sanzione.
Questo nuovo meccanismo rende più difficile per i volontari delle associazioni come ENPA salvare i randagi e dotarli di un microchip.
La nuova normativa impone ai servizi veterinari dell'ASL di registrare a nome dei Sindaci tutti i cani per i quali i proprietari privati, intenzionati a applicare il microchip identificativo, non riescono a fornire informazioni precise sulla provenienza dell'animale. In pratica, il privato che non vuole essere costretto a pagare una sanzione, può porre il proprio cane a carico della collettività, attraverso l'intestazione forzosa dell'animale al Sindaco del Comune di residenza. In base alla legge n. 281/91 e alla legge regionale n.3/19, i comuni sono obbligati a prendersi cura e a mantenere i cani randagi raccolti dai servizi ASL.
Al fine di ridurre i costi di mantenimento, la normativa offre ai comuni la possibilità di collaborare con associazioni animaliste regolarmente costituite, che si faranno carico delle spese per i randagi presenti sul territorio, sgravando l'ente dai costi per il mantenimento e la custodia. Inoltre, i comuni possono avvalersi, mediante un adeguato atto amministrativo, di associazioni animaliste o zoofile per la gestione delle adozioni degli animali ospitati nei rifugi comunali, garantendo così che il canile pubblico o convenzionato, sia un luogo di transito per gli animali.
Fonte: Il Vescovado
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