Tu sei qui: AttualitàClassificazione rischio sismico: la Costiera Amalfitana è in zona 3, ma siamo davvero al sicuro?
Inserito da (ilvescovado), mercoledì 2 novembre 2016 12:00:36
L'apprensione è davvero forte, in questi giorni, tra gli Italiani. C'è preoccupazione per le migliaia di sfollati nel Centro Italia, devastato da continui e interminabili movimenti tellurici, e ancora tanta paura per il futuro. Rabbia per le vittime del 24 agosto scorso e rammarico per le opere d'arte inevitabilmente distrutte.
E in questo clima di paure e incertezze ciascuno di noi, in quello che forse nemmeno si può definire "egoismo", cerca di capire se il luogo in cui vive con i propri affetti sia esente dai terremoti o meno. Per poi scoprire che nello Stivale nessuno è veramente al sicuro.
Quattro le zone sismiche classificate a seconda del grado di rischio. E la Costiera Amalfitana, nonostante l'80% dei comuni della Campania sia a rischio sismico medio o alto, è etichettata quale zona 3, ovvero a basso rischio. Considerando le ripercussioni che il terremoto che distrusse l'Irpinia quel maledetto 23 novembre del 1980 ebbe anche nel nostro territorio, non sembra però assumere molta importanza questa classificazione.
Lo sanno bene i nostri nonni o i nostri genitori, molti dei quali dovettero abbandonare la propria abitazione perché inagibile o perché del tutto distrutta. A Tramonti - precisamente nella frazione di Pucara - gli ultimi prefabbricati costruiti per accogliere i terremotati sono stati smantellati soltanto un anno fa.
Coloro che vi dimoravano hanno sperato a lungo in qualche aiuto per ricostruirsi una casa vera e propria, ma invano. Alla fine molti, con tanti sacrifici, i soldi ce li hanno messi di tasca propria. Altri, che proprio non potevano fare da sé, hanno atteso con pazienza la costruzione di case popolari e hanno sperato con trepidazione di essere in graduatoria. Per poi ritrovarsi in appartamenti spesso costruiti male e affetti da muffa e muri umidi che di certo non fanno bene alla salute. Nel frattempo hanno affrontato estati torride e inverni gelidi in casupole di pochi metri quadri costruite in legno (e che - si è scoperto al momento della demolizione - nascondevano eternit nel tetto), che amplificavano le insidie climatiche e, raggiunti i trent'anni, iniziavano a "marcire".
Ad Amatrice, Norcia e negli altri centri distrutti ora si dovrà pensare a una rapida ricostruzione. Per diversi anni, tanta gente, non dormirà sotto il proprio tetto.
Fonte: Il Vescovado
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