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Medicina di base, Chirurgia e innovazione

“Eppur si muove”: le riflessioni del dottor Vitagliano sul congresso dedicato alle rivoluzioni in chirurgia

Il Dott. Raffaele Vitagliano racconta la sua esperienza all’inaugurazione del congresso “Le grandi rivoluzioni in chirurgia contro le evidenze”, a Napoli dal 10 al 12 aprile, con un’analisi da medico di medicina generale e pioniere della telemedicina

Inserito da (Admin), venerdì 11 aprile 2025 12:16:47

di Raffaele Vitagliano, medico di base in Costa d'Amalfi e esperto in telemedicina

Con piacere ho accolto l’invito del Prof. Ludovico Docimo ad assistere all’inaugurazione, tenutasi nel pomeriggio di giovedì 10 aprile 2025 presso l’Hotel Excelsior di Napoli, del congresso "Le grandi rivoluzioni in chirurgia contro le evidenze - Eppur si muove".

Ho apprezzato molto ciò che hanno scritto, nel testo introduttivo al programma delle sessioni dei lavori che si terranno nei giorni di Venerdì 11 e sabato 12 aprile 2025, i Presidenti del Congresso Prof. Ludovico Docimo e Prof. Vincenzo Bottino. Esso chiarisce bene l’apparente contraddizione nel titolo del Convegno.:

"Spesso, contro ogni evidenza, affrontando enorme scetticismo, la Chirurgia continua a conseguire importanti successi; è avvenuto nonostante le violente critiche alle cucitrici meccaniche, alle protesi, alle alte energie, agli emostatici, ai trattamenti endoscopici e mininvasivi, alla day surgery, alla chirurgia robotica e all'impiego dell'intelligenza artificiale...".

Ho trovato queste parole estremamente illuminanti: chiariscono l’apparente ossimoro del titolo e sottolineano come la determinazione dei chirurghi, il progresso tecnologico e la professionalità crescente del personale infermieristico siano stati e continuino ad essere la chiave per cambiare la storia della medicina.

Dopo i saluti inaugurali delle autorità civili e culturali della città di Napoli, si è tenuta una tavola rotonda moderata dal Direttore del quotidiano Il Mattino, Roberto Napoletano, dal titolo "Conseguenze della crisi vocazionale in Chirurgia". I contributi dei Direttori Generali delle ASL campane e dei responsabili di strutture universitarie e ospedaliere hanno fatto emergere un quadro chiaro: la disaffezione dei giovani verso la chirurgia è figlia di un sistema che raramente gratifica lo sforzo, ma anzi spesso espone i professionisti a vessazioni, minacce, aggressioni e contenziosi legali che, sebbene si concludano frequentemente con assoluzioni, lasciano comunque un segno di sofferenza.

Da studente in medicina anch’io ambivo alla chirurgia. Fui interno nel reparto di Anatomia Chirurgica del Prof. Alessandro Agresti, sotto la guida del Dott. Pasquale Petronella, poi divenuto professore universitario. Ma all’epoca gli aspiranti chirurghi erano molti e i posti nelle scuole di specializzazione pochi e non retribuiti. Così, con realismo, optai per un’altra strada, restando sempre in contatto con il mio maestro.

Tornando al tema della crisi vocazionale e della frustrazione legata al rapporto con i pazienti, se avessi avuto l'opportunità di esprimere la mia opinione da medico di Assistenza Primaria con oltre 1500 assistiti, avrei sottolineato quanto sia fondamentale un raccordo funzionale tra il medico di base e il reparto chirurgico.

Questo collegamento dovrebbe basarsi sulla formazione continua condivisa, sull’impiego delle tecnologie telematiche, con aggiornamenti e videochiamate che coinvolgano anche il paziente durante il ricovero. Spesso mi viene chiesto: "Dottore, dove mi consiglia di andare?" Mi piacerebbe poter rispondere con certezza: "Nel reparto X, con cui condividiamo un percorso clinico efficace e coordinato". Questo rafforzerebbe la fiducia nel chirurgo e nel sistema sanitario, riducendo la diffidenza e, conseguentemente, i contenziosi inutili.

L’interazione ospedale-territorio non deve essere solo uno slogan burocratico, ma un modello operativo fondato su umanità, attenzione ed efficienza. Perché il rapporto tra paziente e operatore sanitario deve rimanere prima di tutto un rapporto di fiducia.

Fonte: Il Vescovado

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