Tu sei qui: AttualitàKlaus di Amalfi e la scelta di campo: «Dalla parte dei poveri, contro la ricchezza che non restituisce»
Inserito da (Admin), sabato 5 luglio 2025 15:03:34
Viviamo in un mondo dove il denaro detta legge, e la legge spesso tace davanti al denaro.
Il Vangelo, invece, grida.
E io voglio rileggerlo e riscriverlo ancora, stando dalla parte giusta.
Dalla parte dei poveri.
Questa é una presa di posizione, in un mondo che si inginocchia davanti ai miliardari, e calpesta i piedi scalzi dei poveri.
Chi ancora avesse un cuore, o almeno sente di provare vergogna , resti in piedi e ascolti.
Questo testo è una preghiera laica, ma anche un'accusa sacrosanta.
Leggetelo con attenzione.
Non vi chiede di commuovervi.
Ma di schierarvi.
Dalla parte dei poveri
(ispirato al Vangelo di Cristo e al mio desiderio di giustizia)
In principio fu la povertà.
Nuda, vera, senza alternative.
Poi venne l'oro e i suoi tre fratelli: sfruttamento, inganno, recinzione.
Gesù non aveva bisogno di sociologia per sapere che un ricco, anche buono, anche onesto,
non riesce a passare per la cruna del Regno.
Perché ogni moneta pesa.
E chi pesa troppo non vola.
Non è peccato nascere ricchi, ma accumulare senza restituire è un furto reiterato,
un silenzioso assalto alle mani vuote.
Non c'è vetta raggiunta senza scarponi insanguinati di qualcun altro.
Non c'è attico illuminato che non faccia ombra a un seminterrato.
L'1 % dell'umanità detiene oggi oltre il 45 % della ricchezza globale.
Un solo miliardario guadagna in un'ora più di quanto un bracciante guadagnerà in una vita di sudore e spina dorsale.
Eppure ci dicono che è il merito, che è l'efficienza, che è il mercato.
Ma nessuno ha mai visto il mercato lavorare nei campi, o alzarsi alle quattro per un turno in fabbrica.
Qualcuno dice che gli italiani spesso non cercano la libertà,
ma un "padroncino" che li sistemi.
Forse è vero.
Forse, dopo secoli di vassalli, mezzadri e clientele,
la libertà fa paura, perché non promette nulla.
Solo sé stessa.
Eppure è l'unico pane che non ingrassa le coscienze di colpe gravi.
Allora invoco l'aiuto del poeta,
non con la voce, ma con la fame.
Che venga avanti, con una lingua scarna e affilata,
che tolga le vernici al potere e ridia parola agli ultimi.
Che dica chiaro, battendo il pugno sul banco:
"La ricchezza, se non è condivisa, è una bestemmia."
"La carità senza giustizia è una carezza interessata."
"Chi accumula non ha fede. Ha paura."
Riuscirà il nostro eroe/poeta nell'impresa?
Non lo so.
Ma se almeno un povero si sentirà visto e un ricco si sentirà inquieto,
forse avremo principiato.
Klaus di Amalfi
Fonte: Il Vescovado
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