Tu sei qui: Attualità«Rompiamo il silenzio, andiamo a votare»: la Cgil in piazza contro l’astensionismo
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 14 maggio 2025 07:19:32
La Cgil Napoli e Campania, in questi giorni, è scesa in strada «per rompere il silenzio e combattere l'astensionismo e andare al voto l'8 e 9 giugno».
"L'8 e il 9 giugno prossimo si vota per i cinque referendum sui temi del lavoro e della cittadinanza. E non può esserci risposta migliore di questa all'atteggiamento pericoloso e antidemocratico del presidente del Senato, Ignazio La Russa che, da un festival dove si parla di cultura invita gli italiani e le italiane a non andare a votare. Ci troviamo di fronte ad un atto che è non solo anticostituzionale ma eversivo", ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci.
"Crediamo - ha detto Ricci - di essere sulla strada giusta perché vedere tanti cittadini e cittadine, lavoratrici e lavoratori che insieme alla nostra organizzazione si stanno mobilitando nelle piazze di tutta la regione per dire alle persone di andare a votare l'8 e il 9 giugno è un segnale importante. Le persone devono poter decidere in piena libertà di cambiare leggi sul lavoro e sulla cittadinanza che sono sbagliate. Il voto è uno strumento democratico che va esercitato. La partita del quorum può essere giocata e noi ce la giocheremo fino in fondo".
Ma non solo: il segretario Ricci ha partecipato, il 12 maggio, a Pomigliano d'Arco, ad un'iniziativa promossa dall'associazione Voce Democratica sui referendum, dove ha dichiarato: "Dobbiamo trasmettere a tutti le parole chiave dei 5 Si. Bisogna ad esempio spiegare sinteticamente che il jobs act sostituisce la mancata reintegra con una forma di risarcimento economico, che per le piccole imprese si ferma a sei mensilità, ma un posto di lavoro non si può monetizzare. Per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, la filiera delle responsabilità deve essere completa. La Campania, infine, è la regione dove c'è ormai la terza generazione di figli e nipoti e fare aspettare dieci anni per la cittadinanza chi ha rischiato la vita e ha attraversato il Mediterraneo da più di trent'anni non è da Paese civile".
Fonte: Il Vescovado
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