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Tu sei qui: AttualitàTerra dei Fuochi, studio Shro e Federico II conferma: piante contaminate da sostanze tossiche

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Per la CISAL Caserta non è una scoperta, ma l’ennesima conferma di una crisi ambientale e sociale ignorata troppo a lungo

Terra dei Fuochi, studio Shro e Federico II conferma: piante contaminate da sostanze tossiche

Un nuovo studio rileva concentrazioni anomale di sostanze tossiche nelle coltivazioni della Terra dei Fuochi, riaccendendo l’allarme sullo stato del territorio. Per Ferdinando Palumbo, segretario generale della CISAL Caserta, si tratta dell’ennesimo segnale inascoltato: “È una questione di salute, diritti e dignità. Ora servono bonifiche trasparenti, rilancio del lavoro e partecipazione attiva dei cittadini. Senza ambiente sano, non c’è futuro né sviluppo”.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 24 aprile 2025 13:39:02

Il nuovo studio che rileva concentrazioni anomale di sostanze tossiche nelle piante coltivate nella Terra dei Fuochi riaccende i riflettori su una ferita mai rimarginata.

Lo studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment ha impiegato il muschio Scorpiurium circinatum come bioindicatore, rilevando la presenza di elevate concentrazioni di arsenico, mercurio, piombo e altri elementi potenzialmente nocivi sia in un’area industriale che in una zona rurale della Campania.

I dati emersi si inseriscono nel contesto di una recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu), che ha condannato l’Italia per la gestione inadeguata dell’emergenza ambientale nella Terra dei Fuochi, riconoscendo un pericolo "imminente" per la salute della popolazione residente.

La ricerca è stata realizzata da un gruppo di studiosi dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con la Sbarro Health Research Organization (SHRO) della Temple University di Philadelphia.

Ma per Ferdinando Palumbo, segretario generale della CISAL Caserta, la notizia non è una rivelazione: è semmai una conferma, l’ennesima, di ciò che al sindacato denunciano da anni. "Non si tratta di allarmismo. Abbiamo portato questi temi davanti a ogni interlocutore istituzionale, chiesto analisi, proposto interventi."

Per il sindacalista la questione ambientale, dice, è indissolubilmente legata ai diritti dei lavoratori, alla salute pubblica, alla dignità di un’intera popolazione. "Quando un agricoltore lavora su un terreno contaminato, è esposto. Quando un operaio respira aria satura di diossine, è a rischio. Quando una comunità consuma prodotti senza garanzie, si gioca la salute delle generazioni future."

La CISAL Caserta ha presentato documenti, partecipato a tavoli istituzionali, pubblicato appelli sulla stampa: non è mancata l’azione, ma la risposta. E oggi, secondo Palumbo, la nuova ricerca solleva interrogativi pesanti sulla responsabilità di chi avrebbe dovuto agire e non l’ha fatto. "Siamo in un territorio che ha pagato con tassi oncologici anomali, emigrazione giovanile, crollo dell’economia agricola. Non basta più parlare di bonifiche: bisogna renderle verificabili, pubbliche, irreversibili. E occorre un piano straordinario per il rilancio etico del lavoro in queste aree."

Il sindacalista chiede trasparenza nei dati, monitoraggio costante e partecipazione attiva della cittadinanza nei processi decisionali. E rilancia un concetto chiave: "Non può esserci sviluppo, non può esserci fiducia, se non si garantisce il diritto elementare a vivere in un ambiente sano. E questa è una battaglia che non può più essere lasciata ai soli comitati o alle inchieste giornalistiche: è il cuore della questione meridionale del nostro tempo."

Fonte: Il Vescovado

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