Tu sei qui: AttualitàTrump e la guerra dei dazi: perché l'Europa deve puntare sul “debito buono”
Inserito da (Admin), martedì 8 luglio 2025 10:24:10
Mentre il mondo osserva con preoccupazione le oscillazioni della politica economica americana, l’Europa deve prepararsi ad affrontare le onde d’urto di una guerra commerciale che rischia di mettere a dura prova il proprio tessuto produttivo. È il messaggio centrale dell’articolo pubblicato da Antonio Mascolo su politicainsieme.com, nel quale l’esperto analizza con rigore la situazione economica attuale e invita a riflettere sull’importanza del cosiddetto "debito buono".
Tutto parte dal nuovo corso impresso dal presidente Donald Trump alla politica commerciale degli Stati Uniti, inaugurato con l’introduzione di dazi massicci su numerosi beni importati — dalla Cina all’Europa — nel cosiddetto "Liberation Day tariffs" del 2 aprile 2025. Le conseguenze di questa strategia protezionista si stanno facendo sentire a livello globale, alimentando incertezza, instabilità e tensioni diplomatiche.
Mascolo evidenzia come, dietro le quinte, agisca la regia ideologica di Stephen Miran, capo del Council of Economic Advisers, secondo cui per correggere il deficit commerciale statunitense sarebbe necessario svalutare il dollaro senza comprometterne il ruolo di moneta di riserva internazionale. Un’operazione ad alto rischio, che potrebbe sì rendere più competitive le esportazioni americane, ma al prezzo di un aumento dell’inflazione e dei rendimenti sui titoli pubblici USA, aggravando così il peso del debito.
A ciò si aggiunge la volatilità negoziale della Casa Bianca: dopo aver concesso all’UE una tregua per trattare entro il 9 luglio, Trump ha nuovamente alzato il tiro, annunciando dazi fino al 50% su alcuni settori e minacciando un ulteriore 17% sui prodotti alimentari europei. In un clima così instabile, l’export italiano — in particolare nei settori di macchinari, farmaceutica e trasporti — rischia di subire pesanti contraccolpi.
Nel frattempo, la BCE ha abbassato i tassi d’interesse portandoli al 2%, per sostenere la crescita e contenere l’inflazione. Tuttavia, le previsioni per il PIL europeo rimangono modeste: 0,9% nel 2025, 1,1% nel 2026, 1,3% nel 2027.
Come uscire da questo stallo senza compromettere la sostenibilità del debito pubblico? Mascolo propone una strada chiara: puntare su investimenti pubblici mirati, in difesa, infrastrutture, sanità e innovazione, che siano in grado di generare produttività sociale e ricadute positive sul benessere collettivo. Solo così il debito potrà trasformarsi in "debito buono", capace cioè di generare ritorni fiscali e crescita stabile.
L’alternativa, conclude l’analisi, sarebbe cedere a una spirale di stagnazione, inflazione e crisi sistemiche, in un contesto mondiale sempre più dominato da tensioni economiche e da una leadership americana imprevedibile. In tempi di incertezza, investire sul bene comune è più che una scelta strategica: è una necessità.
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Con l’incertezza" creata da Trump, dobbiamo preoccuparci del debito "buono" - di Antonio Mascolo
Fonte: Il Vescovado
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