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Tu sei qui: CronacaAll’asta a New York i tesori di Nevile Reid: Ravello valuta di ricomprarli

Cronaca

Tre reperti della collezione di Villa Rufolo finiscono sotto il martello di Sotheby’s

All’asta a New York i tesori di Nevile Reid: Ravello valuta di ricomprarli

Un vaso pestano, un sarcofago romano e un frammento marmoreo, parte della storica raccolta del filantropo scozzese Francis Nevile Reid, saranno battuti all’asta il 10 dicembre con un valore complessivo stimato di 70mila dollari. Il direttore di Villa Rufolo, Secondo Amalfitano, auspica l’intervento della Soprintendenza e non esclude la partecipazione della Fondazione Ravello per riportarli a casa

Inserito da (Admin), giovedì 4 dicembre 2008 11:00:17

Finiscono all’asta a New York tre preziosi reperti della collezione ravellese di Francis Nevile Reid, l’illuminato filantropo scozzese che dal 1851 fu proprietario di Villa Rufolo. Si tratta di un vaso di Paestum, di un sarcofago e di un frammento di rilievo scolpito su marmo, il cui valore complessivo si aggira intorno ai 70.000 dollari.

Tutti appartenenti ai discendenti dell’ultima proprietaria, Mrs. Tallon Lacaita, figlia di prime nozze della moglie di Charles Carmichael Lacaita, un inglese di famiglia italiana adottato alla fine dell’Ottocento proprio da Neville Reid, che ebbe la fortuna di ereditare nella prima metà del Novecento l’intero patrimonio del lord scozzese, i tre oggetti ora messi all’asta, secondo gli studiosi che in questi anni hanno ricostruito la storia di Villa Rufolo e di Francis Nevile Reid, sarebbero stati portati via da Ravello probabilmente prima della vendita all’Ente Provinciale per il Turismo del complesso architettonico avvenuta nella metà degli anni Settanta.

Infatti, i preziosi resti della voluminosa collezione oggi custodita a Villa Rufolo, poiché di piccole dimensioni, sarebbero riusciti ad arrivare in Francia senza finire nella rete dei doganieri che, stando a quanto riferito nel libro curato dal professor Antonio Milone e dal titolo "Ravello", bloccarono alla frontiera nel 1974 un carico di reperti che madame Tallon-Lacaita pare abbia tentato di espatriare a Parigi. Questa, l’unica possibile risposta all’interrogativo circa la vendita dei reperti affidata alla Sotheby’s, che ha fissato l’asta per le due del pomeriggio del prossimo 10 dicembre ed alla quale non è escluso che possa partecipare anche la Fondazione Ravello che gestisce Villa Rufolo.

Gli oggetti, per i quali la Sotheby’s ha tracciato anche le appartenenze nel corso degli anni (da Nevile Reid a Charles Carmichael Lacaita, poi a Mrs. Tallon-Lacaita) sono tutti riconducibili alla collezione di Villa Rufolo di Ravello. E solo uno di questi, prima dello scozzese, ebbe due proprietari diversi. Si tratta del sarcofago o urna cineraria appartenuta prima di Neville Reid al monastero dei padri conventuali di Amalfi (non è specificato se si tratta dell’ex convento dei cistercensi poi trasformato in albergo Cappuccini, o del monastero fondato nel 1222 da San Francesco d'Assisi e oggi Hotel Luna), e successivamente alla famiglia Raffi di Ravello.

Il reperto, del valore compreso tra i 5000 e gli 8000 dollari, è lungo 27 cm ed è risalente alla prima metà del II secolo d.C. Di forma rettangolare e riconducibile all’epoca romana, presenta su un lato delle teste di uccelli marini le cui code sono attorcigliate intorno ad un timone. Completamente scolpiti in rilievo anche altre due figure: un Pegaso e un vaso con maniglie. A questo reperto, così come agli altri, sono legati anche dei riferimenti bibliografici tra i quali "Istoria dell'antica repubblica d'Amalfi" un libro del 1724 di Francesco Pansa.

L’altro reperto è un frammento di marmo scolpito a rilievo del valore compreso tra i 20.000 e i 30.000 dollari. Anche questo risale all’epoca romana ed è collocato tra il 150 e il 160 d.C. Alto 45 cm e largo 48, il frammento apparterrebbe al pannello frontale di un sarcofago e presenta delle figure di cacciatori che trasportano il corpo di Meleagro. Questo reperto è mostrato da Sotheby’s anche in un fotogramma d'epoca scattato a Villa Rufolo nel quale appare adagiato sul muro della cripta.

Ultimo, il vaso di Paestum, con figure dipinte in rosso e riconducibile ad un’epoca che va dal 350 al 330 a.C. Del valore compreso tra i 15.000 e i 25.000 dollari l’oggetto è un raro esempio di vaso pestano alto circa 41 centimetri.
"Dobbiamo assolutamente investire la Soprintendenza per verificare se questi oggetti abbiano compiuto un percorso cristallino e corretto -dice il direttore di Villa Rufolo, Secondo Amalfitano –.Pur nelle ristrettezze economiche del momento verifichiamo la possibilità di partecipare all’asta e in ogni caso dobbiamo monitorare il percorso".

www.ilfogliocostadamalfi.it

Fonte: Ravello Notizie

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Ravello: all'asta 3 reperti della collezione di Villa Rufolo Ravello: all'asta 3 reperti della collezione di Villa Rufolo

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