«Dagli accertamenti eseguiti oggi è emerso che le cause del decesso sarebbero riconducibili a 'lesioni multiple agli organi toraco-addominali': al momento, quindi, sembrerebbe escluso che il decesso sia stato causato da un malore o da una patologia».

A svelare i primi esiti dell'autopsia eseguita sulla salma di Emanuele Melillo, l'autista 33enne del minibus deceduto nel tragico incidente stradale avvenuto a Capri, è stato il legale della famiglia della vittima Giovanna Cacciapuoti.

«Ad ogni modo - ha aggiunto la penalista - bisogna attendere l'esito degli esami istologici al cuore e al cervello, e di quello tossicologico, per avere un quadro più chiaro». La relazione del consulente nominato dalla Procura verrà consegnata entro 60 giorni.

Il sostituto procuratore di Napoli Domenico Musto ha bloccato la richiesta della famiglia che voleva cremare il corpo. Per ora si indaga per disastro colposo, anche se non ci sono iscritti al registro. La Procura vuole vederci chiaro sia sul sistema frenante del mezzo, che sulla sua manutenzione ed, infine, sulla ringhiera che non ha retto all'impatto del mezzo.

Melillo, residente nel rione Sanità, a Napoli, prendeva tutti i giorni l'aliscafo in direzione Capri per prendere servizio come conducente di bus dell'Atc. Era ormai esperto di tutte le stradine di Capri e pare inverosimile che abbia sbagliato la manovra.

Su GoFundMe, nel frattempo, è stata lanciata una raccolta fondi, che già ha raggiunto 13mila euro, per la famiglia di Emanuele, creata da un gruppo di guide turistiche di Napoli che lavorano a Capri. Emanuele, infatti, conviveva con Rosaria, dalla quale aspettava un figlio.

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