Tu sei qui: CronacaDecreto 77, serio confronto del PD
Inserito da (admin), lunedì 28 maggio 2012 00:00:00
Si è svolto sabato 26 maggio, presso la sezione PD di Cava de’ Tirreni, l’incontro sulle conseguenze del decreto 77. Presente all’incontro l’on. Anna Petrone, Vicepresidente della V Commissione permanente “Sanità e Sicurezza Sociale”. «Il decreto 77, voluto dall’Amministrazione Caldoro, purtroppo passerà - ha dichiarato l’on. Petrone - Quello che come opposizione possiamo fare è vigilare affinché le poche risorse che ci sono siano pese con criterio e non sprecate nella logica che ha caratterizzato la gestione della Sanità campana degli ultimi anni. Dobbiamo batterci per la riattivazione del Fondo Nazionale per la non autosufficienza e per l’integrazione socio-sanitaria».
«Questo che stasera si è svolto con grande attenzione da parte della città è il primo di una serie di incontri organizzati dal gruppo Politiche Sociali del PD di Cava e finalizzati ad elaborare un documento che arriverà all’assemblea programmatica della sezione da tenersi a breve», ha spiegato il Segretario cittadino Mariano Agrusta.
All’incontro è intervenuto anche Salvatore Forte, Segreteria provinciale PD, che ha dichiarato: «La proposta di vincolare a fini sociali tutto l’extragettito tributario locale che deriverà dalla manovra Monti e l’eventuale vincolo a fini sociali di tutte le entrate proveniente, dal 2013, dall’IMU sui beni ecclesiastici non impiegati a fini di culto, è una proposta da tenere in considerazione per arginare le difficoltà che le politiche sociali vivono attualmente».
«Denunceremo i tagli alle politiche sociali in tutte le sedi - ha sostenuto Marianna Borriello, referente per il gruppo Politiche Sociali del PD di Cava - Affamare un settore così delicato e nevralgico della società significa creare discriminazione fra soggetti già meno abbienti e più bisognevoli. Abbiamo il dovere morale come cittadini e come soggetti politici di opporci a questa carneficina. Lo dobbiamo agli operatori del settore che rischiano di perdere il posto a causa di queste politiche scellerate. Lo dobbiamo alle famiglie che si sentono sempre più sole di fronte alle loro difficoltà. Lo dobbiamo alle donne che da sempre sostengono sulle loro spalle il peso della cura. A tutti loro dobbiamo la lotta per una rete che sia di supporto, all’altezza del loro ruolo nella società».
Fonte: Il Portico
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