Tu sei qui: CronacaIl Borgo Croce riunito per l'Osanna al Figlio di Davide
Inserito da (admin), lunedì 18 aprile 2011 00:00:00
Dall’alto dei colli d’oriente della “Valle Metelliana”, una domenica delle Palme vissuta dalla comunità locale all’insegna dell’accoglienza. La piazzetta dell’ameno “Casale Borgo Croce” di Cava de’Tirreni, che fonda le sue origini nel lontano passato e che è posto al confine della “Bologna del sud”, Pellezzano, Salerno e Vietri sul Mare, alle 11 di domenica delle Palme è divenuta il “centro di raccolta” di una moltitudine di fedeli, giunti sia dalle limitrofe località, quali “il piano, camerapenta, costa, telegrafo, cargarone, colombaccia, i milione e curva Apicella” e sia oltre la “Città dei Portici”, quale occasione privilegiata per i “crocesi”, che risiedono altrove, per ragioni di lavoro e studio, di riunirsi alle famiglie d’origine.
All’ora stabilita, il veterano Parroco della Chiesa di Sant’Elena Regina, Padre Antonio Francesco D’Urso, del seicentesco convento dei Frati Minori Cappuccini “San Felice da Cantalice” di Cava de’Tirreni, accompagnato dai giovani ministranti, ha raggiunto i fedeli in piazzetta, già con in mano i rami d’ulivo, cantando insieme: “Osanna al Figlio di Davide”. Come giornata di preludio alla Santa Pasqua del Signore, Padre Antonio ha esortato i presenti, penitenti sin dall’inizio della Quaresima, a profondere sempre più opere di carità verso i “fratelli bisognosi”.
La mistica processione dalla piazzetta alla storica chiesa di Sant’Elena ha ricordato quando Gesù, oltre duemila anni or sono, entrò nella “città santa”, Gerusalemme, per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Con l’aspersione dei rami d’ulivo con l’acqua benedetta, ha avuto inizio la liturgia, durante la quale, nel silenzio assoluto, con impari attenzione dei fedeli, è stato ascoltato il “Passio”, ovvero la narrazione che l’evangelista Matteo ci ha lasciato per ricordarci cosa accadde a Gesù a Gerusalemme, a Getsemani e sul Golgota, quando si materializzò la sua passione, morte e risurrezione.
La composta voce del cronista, il toccante eco dei “giovani del coro” che impersonavano il popolo e la marcata declamazione del frate celebrante, che ripeteva le parole profferite da Gesù, ha suscitato profonda commozione nei numerosissimi partecipanti alla celebrazione, sensibilizzando, di certo, le coscienze dei pochi che non hanno ancora compreso che la sublimazione celeste si ottiene col distacco dalle materialità terrene, professando, nel contempo, il perdono conciliatore, la fede, la speranza e la carità cristiana.
Livio Trapanese
Fonte: Il Portico
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