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Cronaca

Sentenza definitiva della Suprema Corte

La Cassazione chiude il caso: nessun legame tra Berlusconi, Dell’Utri e Cosa Nostra

Nessuna misura di prevenzione né confisca dei beni: per i giudici non è mai emersa alcuna attività di riciclaggio nelle imprese berlusconiane. Rigettata anche l’ipotesi di pagamenti a Dell’Utri per garantirne il silenzio, definita “indimostrata e illogica”.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 23 ottobre 2025 12:21:21

La Corte di Cassazione ha messo la parola fine a una delle vicende giudiziarie più delicate e dibattute degli ultimi decenni: non esistono prove di un legame tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri e Cosa Nostra. Con la decisione resa pubblica ieri, la Suprema Corte ha respinto definitivamente il ricorso della procura generale di Palermo, che chiedeva la conferma delle misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti dell'ex senatore e dei suoi familiari.

 

La Cassazione ha quindi confermato la decisione della Corte d'appello, che aveva già escluso la possibilità di applicare la sorveglianza speciale e la confisca dei beni, ritenendo infondate le tesi dell'accusa. Nel dispositivo si legge che non è mai stata processualmente provata alcuna attività di riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa all'interno delle imprese di Berlusconi, né all'epoca della nascita del gruppo Fininvest, né negli anni successivi.

 

"Non è risultata, a oggi, mai processualmente provata alcuna attività di riciclaggio di Cosa nostra nelle imprese berlusconiane", scrivono i giudici, chiudendo così un capitolo che per anni ha alimentato sospetti e polemiche.

 

Uno dei punti principali del ricorso riguardava l'ipotesi che Berlusconi avesse versato somme di denaro a Dell'Utri per garantirne il silenzio su presunti rapporti con ambienti mafiosi. Anche questa tesi è stata però respinta: la Cassazione l'ha definita "indimostrata e illogica", sottolineando che tale ricostruzione contrasta con la storia personale e professionale dei due, rimasti legati da un rapporto di amicizia e fiducia durato decenni, fino alle ultime volontà testamentarie dell'ex premier.

 

Le motivazioni del rigetto chiariscono inoltre che i trasferimenti di denaro da Berlusconi a Dell'Utri non possono essere interpretati come "pagamenti per tacere", bensì come "espressione di una lunga e consolidata amicizia". È stato proprio questo legame, secondo i giudici, a giustificare i sostegni economici che Berlusconi ha fornito all'ex senatore nel corso degli anni.

 

La decisione della Cassazione coinvolge anche i familiari di Dell'Utri, per i quali la procura generale aveva chiesto l'estensione delle misure di prevenzione: anche in questo caso, il verdetto è stato negativo. Nessun elemento concreto è risultato sufficiente a sostenere l'applicazione delle misure richieste.

Sulla decisione è intervenuto Tullio Ferrante, sottosegretario e reggente di Forza Italia per la provincia di Salerno in vista delle elezioni regionali: "Crolla, seppur tardivamente, un castello di menzogne! La Corte di Cassazione chiude definitivamente un capitolo vergognoso della storia giudiziaria italiana, fatto di teoremi assurdi e infondati, ristabilendo finalmente quella verità che è sempre stata sotto gli occhi di tutti: non è mai esistito alcun legame tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri e Cosa nostra. Crolla così il castello di menzogne costruito sul nulla da chi ha cercato di gettare fango e discredito nei confronti del Presidente Berlusconi. Un uomo di Stato, che ha fatto più di chiunque altro nella lotta contro la criminalità organizzata, guidando le istituzioni con onore, coraggio e amore per l'Italia. Seppur in maniera tardiva, dopo anni di calunnie, oggi è stata fatta giustizia."

Fonte: Il Vescovado

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