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E' vincente il Napoli dei 'vecchietti'

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 6 novembre 2001 00:00:00

«La palla, io, la facevo cantare... Avevo, e ho, un tocco magico. Mi chiamavano Diego...». Scherza, De Canio. È di buon umore per i tre punti presi a Bari, ma anche perché nota quanto sia serio il gruppo, quanto sia proficuo il lavoro. Eppure, di difficoltà, lui ed i «ragazzi» ne affrontano quotidianamente. Sinora si stanno dimostrando più forti dei «contrattempi» e delle precarietà istituzionali. De Canio (nella foto in alto) ha rivisto idee e schemi (perché lui non è un ottuso: non è uno di quelli che dice «solo così so giocare»), i «ragazzi» lavorano intensamente senza invidie, gelosie, egoismi. De Canio elogia la squadra per il comportamento, per lo spirito di sacrificio, per non aver creato polemiche, nonostante da quattro mesi non percepisca lo stipendio: «Il gruppo lavora con abnegazione, nonostante la società attraversi un periodo non felice. Questo è un gruppo di uomini veri. Evidenziatelo». Giovedì, il gruppo dovrebbe incassare due dei quattro stipendi (luglio e agosto). Finalmente, anche i «ragazzi» potranno dire di essere orgogliosi del loro presidente, come il presidente ha detto della squadra dopo la partita a Bari. È di ieri una notizia fornita dall'avvocato Andrea Abbamonte, consigliere di amministrazione: «Non c'è stato da parte di Corbelli l'anticipo di ricapitalizzazione (almeno 10 miliardi) per la perdita del capitale sociale, come previsto negli accordi con Ferlaino. In compenso, abbiamo ricevuto una convocazione per un Consiglio di amministrazione per venerdì. All'ordine del giorno: approvazione di bilancio infrannuale ai fini dell'aumento del capitale sociale. Ci attendiamo che il presidente illustri la situazione in ogni dettaglio». Giornata importante, quindi, quella di venerdì: in «campo», la società a Soccavo e la squadra a Benevento contro il Crotone. Sono seri i problemi per De Canio che dovrà fare a meno degli infortunati («Non recupererò nessuno degli indisponibili: Moriero, Vidigal, Bigica e Villa», dice il tecnico) e dei nazionali (Bocchetti, Jankulovski e Husain). Quale squadra, quindi, contro il Crotone? Proviamo ad abbozzarne una con possibili alternative: Mancini; Saber (Bonomi), Caruso (Bonomi), Luppi, Baccin; Ametrano (Saber o Sesa), Magoni, Montezine (Alessi), Graffiedi (Montezine); Stellone, Rastelli (Graffiedi). «Sarà difficile contro il Crotone. Per le tante assenze e per la stanchezza, un nemico in più. È una gara che non nasce sotto buoni auspici. Questa vigilia mi ricorda un po' quella con l'Ancona. Per fortuna, ho un gruppo che sta rendendo al di là di ogni immaginazione, nonostante i tanti problemi (societari, San Paolo...). Siamo sulla buona strada, anche se, per ora, per le nostre caratteristiche facciamo meglio fuori che in... casa. Ma da qui a dire che andremo in serie A ce ne passa - aggiunge De Canio - Con questo non voglio dire che non ci andremo, solo che non mi va di prendere in giro la gente: per essere promossi occorre che tante combinazioni vadano a combaciarsi. È difficile che ciò possa avvenire. Mi danno fastidio le domande fatte in malafede e chi, dimenticando come siamo partiti e come siamo attualmente, pensa che ritornare in serie A sia un obbligo per il Napoli».

Luppi e Magoni: i vecchietti terribili

«Il vecchietto dove lo metto, dove lo metto, non si sa...», era il ritornello di una simpatica canzoncina. De Canio sa dove sistemarli i suoi «vecchietti»: Luppi (nella foto al centro) e Magoni. Sa dove sistemarli e come farli funzionare. Luppi, 35 anni, ha dato equilibrio, esperienza e... centimetri alla difesa. Con lui e Caruso (anche Ciro non è più un giovanissimo) il reparto si è assestato e Mancini corre meno pericoli: 6 gol incassati nelle prime 3 gare; 4 reti nelle successive 7. Magoni (nella foto in basso), 34 anni, come spesso gli è capitato, è partito da quasi certo partente (era stato nuovamente inserito nella lista di sbarco) e ha finito con il conquistarsi il posto di titolare. Con sacrifici e con pieno merito. «Occorre continuità più degli exploit. In serie B si vince giocando con regolarità - osserva Luppi - Per noi è stato importante cambiare modulo: questo meglio si addice alle caratteristiche dei calciatori del Napoli. È migliorata anche la condizione fisica. Personalmente, sono soddisfatto del mio rendimento. So bene che, inizialmente, qualcuno era perplesso per il mio ingaggio, a 35 anni, ma sono vaccinato un po' contro tutto. Sono venuto per vincere una sfida personale: a fine stagione vi dirò quale. Per ora, cerco di aiutare De Canio ed ai compagni». Problemi per non aver ancora incassato quattro stipendi? «Il gruppo è intelligente, il presidente ha garantito che, a giorni, pagherà. Qui si dà tutto senza stare a pensare a 50 o 100 milioni in più o in meno». A chi vi chiede la A cosa rispondete? «Noi lavoriamo per ottenere il massimo, ma sarebbe da presuntuosi, conoscendo tanti problemi, dire che si andrà certamente in A. La serie B è lunga: aspettiamo a sbilanciarci con i pronostici. Un esempio? Vediamo come il Modena reagirà alla prima sconfitta». Magoni suggerisce di cercare nuove soluzioni per vincere anche in casa. «Tiriamo poco in porta - dice Oscar - Finalizziamo poco l'enorme lavoro svolto. I campionati si vincono soprattutto in casa, quindi... Non poter giocare al San Paolo ci è di enorme danno». Il Napoli è in ripresa... «Abbiamo capito come si deve giocare in serie B. La squadra deve avere pazienza e aspettare gente che fa la differenza, come Stellone, Sesa e Rastelli. Il nostro potenziale è ottimo, io sono fiducioso». Lei aveva deciso di abbandonare il calcio, poi... «... poi, ho visto che riesco a tenere testa a tanti giovanissimi e ho cambiato idea. Si lavora bene». Nonostante gli stipendi... «...spero che tutto si risolva, perché gli arretrati stanno diventando parecchi, ma è la settimana del buonismo e restiamo tranquilli».

Fonte: Il Portico

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