Tu sei qui: Economia e Turismo“El Mundo” elogia il fascino di Atrani e della Costiera Amalfitana d’inverno
Inserito da MP (Admin), domenica 6 novembre 2022 20:40:47
Un invito a visitare la Costiera Amalfitana nei periodi meno affollati, quando è possibile vedere con i propri occhi la vera essenza di un territorio che mantiene ancora vive le proprie tradizioni e tipicità, specie nel periodo invernale.
"El increíble pueblo de Atrani y las maravillas de Escher". Si apre così l'articolo del giornale spagnolo El Mundo, con un breve excursus storico del comune più piccolo d'Italia, situato a pochi metri dalla ben più nota Amalfi, con la quale condivide la storia illustre legata ai traffici commerciali dell'Antica Repubblica Marinara in tutto il bacino del mediterraneo, intrecciando e fondendo culture e civiltà diverse.
Zona residenziale della nobiltà medievale, il nome deriva con buona probabilità da "atrum" (scuro, tenebroso), essendo l'abitato racchiuso tra il Monte Aureo a ovest e il Monte Civita a est. E fu proprio questo gioco di luci e ombre nonché l'armoniosa complessità dello spazio antropico a catturare l'attenzione di una delle personalità più eclettiche e visionarie del XX secolo, Maurits Cornelis Escher, che soggiornò in Costiera Amalfitana negli anni '30 del secolo scorso, trovando proprio ad Atrani la sua "atmosfera magica". La simmetria, le forme ripetitive e i salti vertiginosi di luce e ombra, tipici dell'architettura del piccolo borgo, saranno gli elementi caratterizzanti delle famose "Metamorfosi", realizzate tra il 1930 e il 1934, dove spazi impossibili si compenetrano nelle scenografie reali della città.
Dal passato si passa poi ai tempi odierni, con le tradizioni legate al periodo natalizio. Nel Santuario di Santa Maria del Bando, che domina dall'alto l'abitato di Atrani con una vista invidiabile ripresa dallo stesso Escher in una delle sue opere più famose, un abile artigiano locale realizza splendidi presepi utilizzando pastori provenienti dalle rinomate botteghe napoletane di San Gregorio Armeno e preservandoli sotto eleganti campane di vetro. Al termine delle celebrazioni, come ogni buona festa che si rispetti, la popolazione si ritrova per un momento di convivialità sincera, gustando piatti tipici della tradizione locale.
Perché in fondo è così: le cose belle sono proprio quelle più genuine.
Fonte: Il Vescovado
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